Nella battaglia di Legnano c’era anche il pio Jacopo da Cassiciacum

Casciago – Religioso e combattente: da una ricerca storica dell'Università del Piemonte Orientale riemergono tracce di un "protoleghista" dimenticato

Di nome e di origine certi è citato in un documento rinvenuto nell’immenso archivio della Biblioteca Braidense di Milano da tre studenti dell’Università del Piemonte Orientale – dove insegna geografia il varesino professor Carlo Brusa – che sono stati incaricati di effettuare una serie di approfondimenti sulle strutture ecclesiastiche del Milanese nel XII secolo. Parliamo di Jacopo da Casciago, indicato nel documento come valoroso combattente nella battaglia di Legnano ( 1176) contro l’imperatore Federico e in seguito impegnato nell’assistenza ai poveri e agli ammalati. Elvio Dotti Tonnati, del Canton Ticino, e i novaresi Fabio Morani e Gianluigi Persichetti nel corso della loro ricerca hanno trovato un sorta di rapporto inviato all’inizio del 1178 dall’abate Giovanni all’arcivescovo Algisio sulla situazione della chiesa della pieve di Santa Maria, situata a Sud di Milano, edificio due decenni prima affidato per la sua ricostruzione alle suore benedettine. La chiesa, eretta nel 998, oggi è nota ai milanesi come Chiesa Rossa. L’abate Giovanni nel documento-rapporto rassicura l’arcivescovo sull’impegno delle benedettine fatto di visibili frutti e inoltre fornendo anche notizie sulla vita della popolazione della pieve cita la presenza di un personaggio pio e molto amato, Jacopo nato a Cassiciacum del Monte Velate ovvero l’odierna Casciago, che “ magna cum virtute “ aveva combattuto a Legnano e che dopo la battaglia si era trasferito nel territorio della pieve di Santa Maria dove al lavoro della terra alternava esemplare pratica dell’ amore per il prossimo. Jacopo, “excellens” per “ pietas”, viene definito addirittura “instrumentum Dei” cioè una sorta di uomo della Provvidenza per la comunità locale. Di Jacopo da Casciago non si è mai saputo nulla, nemmeno dopo l’informativa fatta pervenire dall’abate Giovanni all’arcivescovo Algisio, ma oggi grazie a Dotti Tonnati, Morani e Persichetti lo potremmo definire un nobilissimo autentico protoleghista per di più del nostro territorio, personaggio reale e quindi non come il tanto sbandierato Alberto da Giussano che non è mai esistito e che ai tempi nostri è stato utilizzato come esca per far abboccare e coinvolgere emotivamente moltissimi leghisti affamati di glorie e miti da vantare.

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Pubblicato il 01 Aprile 2003
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