Dopo via Calogero Marrone anche piazza Padania
Approvato dalla Giunta Fumagalli l'intitolazione di una area del centro alla "terra dei celti". L'opposizione: una vera buffonata
Varese avrà una “via Calogero Marrone” ma per, par condicio, anche una piazza Padania.
Lo ha deciso la Giunta di Varese, promotore il sindaco Aldo Fumagalli. La “piazzetta” sorgerà dietro il Battistero, nel cuore dell’isola pedonale e l’inaugurazione avverrà nei prossimi giorni. «Lo spazio è perfetto – spiega il Primo cittadino – dal momento che si trova proprio di fronte a una tipica casa di ringhiera varesina. L’area non aveva ancora nessuna intitolazione. Ora la circoscrizione interessata numero 1 dovrà dare il suo parere».
La nuova piazza dedicata alla “terra padana” sorgerà, dunque, dietro piazza Battistero, dove stanno ristrutturando alcune case di ringhiera. Vero è che si corre il rischio di fare un po’ di confusione, infatti a poca distanza da quella che sarà la nuova piazzetta, proprio davanti alla chiesa di San Vittore, oggi si trova piazza Podestà. Diverso, è chiaro, il riferimento storico ma i varesini faticano ormai a distinguere e a risalire alle origini delle espressioni e delle figure preferite dai Leghisti.
(sopra: Calogero Marrone)
L’inaugurazione di piazza Padania dovrebbe avvenire contestualmente al taglio del nastro di via Calogero Marrone, nei giardini dell’Area Cagna. Non è una casualità perché lo stesso organo di stampa leghista, in un articolo di questa mattina, fa notare che tra le due cose un nesso esiste: in fondo Calogero Marrone è sì l’eroe varesino morto per salvare decine di ebrei, durante la Seconda Guerra Mondiale, ma era anche il nonno della moglie del ministro Umberto Bossi.
«L’opposizione sarà pronta a stracciarsi le vesti», dice ancora “la Padania” «ma non si può negare l’esistenza della Padania».
E allora che cosa pensa l’opposizione di questa iniziativa che rientra, ha detto il sindaco Fumagalli, in una più ampia opera di recupero della memoria cittadina?
«Certo non ci strapperemo le vesti – commenta Alessandro Alfieri, capogruppo della Margherita – ma non possiamo trattenerci dal dire che è una buffonata. Ci sono tanti cittadini che in passato hanno dato un contributo alla città e meriterebbero l’intitolazione di una via.
La Giunta faccia iniziative culturalmente più serie se vuole valorizzare la nostra storia. Il prossimo passo, a questo punto, sappiamo quale sarà: i cartelli in dialetto».
La Giunta ha dato l’ok anche per un’area dedicata a Edgardo Sogno, medaglia d’oro della Resistenza, capo della formazione partigiana Franchi di ispirazione monarchica. Sotto via Dalmazia, troverà posto la dicitura “ai Martiri delle Foibe”. Le prossime intitolazioni dovrebbero toccare a monsignor Tarcisio Pigionatti, anche se non sono ancora trascorsi dieci anni dalla morte, e a don Luigi Balconi, sacerdote-educatore della parrocchia di San Vittore.
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