Ermenegildo Zegna: il made in Italy nel rispetto dell’ambiente

Intervista ad Anna Zegna

Casa di moda conosciuta in tutto il mondo, un marchio di garanzia del Made in Italy ma anche una grande azienda con una forte caratterizzazione famigliare. Il gruppo Ermenegildo Zegna vende capi d’alta moda in tutto il mondo con boutique a Milano, Londra, Madrid, Berlino, New York, Tokyo, Pechino e Beverly Hills.
Chi prosegue con passione l’attività fondata nel 1910 dal giovanissimo Ermenegildo, non dimentica la sua sensibilità per la salvaguardia dell’ambiente e per la sua valorizzazione. Proprio i suoi saldi principi ambientalisti lo portarono, infatti, a creare intorno all’azienda di Trivero Biellese un paesaggio unico, che sarebbe poi diventato una vera isola protetta.
Costituta formalmente dieci anni fa l’Oasi Zegna è stata il primo esempio di mecenatismo ambientale e per gli amanti della natura è oggi un’area protetta, “un laboratorio a cielo aperto”, che permette attraverso il contatto diretto, di imparare a conoscerla e rispettarla. Per gli escursionisti e sportivi è un luogo dove praticare varie discipline in armonia con l’ambiente circostante: dalle passeggiate per i sentieri segnalati, agli itinerari con o senza guide naturalistiche, dai percorsi in mountain bike o a cavallo al parapendio, e ancora tutti gli sport invernali e molte altre attività.

Primo esempio italiano di mecenatismo ambientale, l’Oasi Zegna compie dieci anni e riconferma oggi lo stesso spirito che allora diede vita a questo progetto, ovvero l’impegno di valorizzazione, tutela e sviluppo compatibile del territorio montano, condiviso con la collettività locale. Per ricordare i dieci anni di attività la Fondazione Zegna ha donato al FAI Fondo per l’Ambiente Italiano 500.000 bulbi di crocus che sono stati piantumanti a Villa di Porta Bozzolo a Casalzuigno. Chiediamo ad Anna Zegna, presidente della Fondazione di spiegarci da dove è nata questa idea unica nel suo genere.

La Fondazione Zegna attiva da circa tre anni è attenta sopratutto alle tematiche ambientali e sociali: come è nata l’idea di questa realtà?
La qualità dell’ambiente e il luogo in cui viviamo sono condizioni molto importanti e già mio nonno, fondatore di Ermenegildo Zegna negli anni Trenta volle valorizzare le risorse intorno all’Azienda per permettere di godere del paesaggio e vivere in maniera piacevole. Le diverse generazioni della famiglia hanno sempre continuato questa filosofia. Noi abbiamo voluto concretizzare con una fondazione. Questa attenzione, nasce, quindi, da lontano e fa parte della nostra cultura famigliare.

Questa particolare sensibilità è piuttosto unica nel mondo delle grandi aziende in che modo influisce sul vostro lavoro nel campo della moda?
Naturalmente lavoriamo in linea con tutti i parametri antinquinamento obbligatori per legge, inoltre siamo molto attenti agli scarti aziendali delle lane, che riutilizziamo riciclando o che vendiamo come sottoprodotti ad altre aziende. Bisogna comunque dire che il ciclo produttivo del tessile ha un minore impatto ambientale rispetto ad altre produzioni. La risorsa più importante per noi è l’acqua, che usiamo in grandi quantità. Dopo il ciclo chimico passa in grandi depuratori che ci permettono di restituirla all’ambiente completamente pulita.

L’oasi Zegna è il primo esempio di mecenatismo ambientale: quali sono le finalità?
Le finalità sono quelle di sensibilizzare ma dare anche un aiuto concreto per la tutela dell’ambiente. Abbiamo per esempio collaborato con il WWF per la creazione del Parco delle Balene nel Mediterraneo o lavorato in Turchia contro la desertificazione dei terreni.

Come è nata l’idea della donazione di 500.000 bulbi per Villa della Porta Bozzolo di Casalzuigno, di proprietà del FAI?
Non è la prima volta che lavoriamo insieme al FAI. In questa occasione festeggiamo i dieci anni di attività dell’Oasi Zegna ed il numero di 500.000 bulbi è lo stesso che mio nonno volle per la piantumazione vicino all’azienda di Trivero Biellese.

Quale sarà il risultato in primavera e l’effetto per il pubblico?
L’effetto lo vedremo tutti insieme perché neanche io ho mai visto tutti questi fiori insieme. La suggestione verrà anche dalla cornice settecentesca della Villa.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Novembre 2003
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