Traffico di rifiuti: arresti nel Varesotto

Ventidue persone coinvolte di cui cinque legate alla "Lombarda", il centro di smaltimento dal quale si è sprigionata la nube sul Sempione

Finivano nei cantieri edili, nei fondi stradali o addirittura sparsi nei campi come fertilizzante. Così si trasformavano i rifiuti speciali, pericolosi e non, di aziende lombarde, venete o provenienti dalla Campania. Il vasto traffico di rifiuti, esteso a tutta la Lombardia, è stato scoperto dai carabinieri che hanno arrestato ventidue persone e sequestrato cinque impianti di trattamento dei rifiuti. Varese, Como e Milano erano i principali nodi dell’organizzazione. Al centro di questo giro c’è la plurinquisita Lombarda Spa di Olgiate Olona, agli onori delle cronache  per i misteriosi e ripetuti incendi che l’hanno vista coinvolta  nel corso dell’ultimo anno. Coinvolta anche la discarica di Gorla Maggiore, gestita dalla Econord dove arrivavano abusivamente alcuni di questi rifiuti. 
Ventidue persone arrestate, cinque impianti di trattamento dei rifiuti e uffici commerciali sequestrati, ventidue autoarticolati sequestrati per il valore di venticinque milioni di euro e conti bancari bloccati. Fra gli arrestati c’è Pier Aldo Cattaneo,
presidente del consiglio di amministrazione della Lombarda, i fratelli Accarino, proprietari dell’azienda, ai quali si aggiungono altri appartenenti della stessa famiglia.  
L’operazione, denominata "Eldorado", è scattata all’alba di oggi ed è stata svolta dai carabinieri del Noe di Milano e del Rota di Roma. I risultati della complessa indagine sono stati illustrati a Milano e hanno rilevato i vari filoni di riciclaggio sporco con cui i rifiuti speciali, pericolosi e non, partivano dalla Campania o da aziende lombarde, dopo essere stati riciclati in impianti del nord, compresa la Lombarda, con la complicità di titolari o impiegati. 
I rifiuti in questione inoltre, invece di essere smaltiti negli idonei impianti autorizzati, venivano "tombati" in buche realizzate nei cantieri edili,  all’interno di insediamenti produttivi, utilizzati come fondi stradali o addirittura trasformati in compost per fertilizzare i campi. 
Queste attività si sviluppavano secondo tre filoni. Secondo il primo, i rifiuti speciali non pericolosi della spazzatura delle strade raccolti dall’Amsa , la municipalizzata di Milano, arrivavano alla Lombarda, invece che finire in discarica (dove sono destinati i rifiuti non riciclabili come questi). Il risparmio per l’azienda era di almeno il 50 percento. La Lombarda a sua volta era specializzata nel confezionare con questi scarti delle strade "torte", in cui venivano letteralmente impastate residui di gomme e terre di bonifica. L’operazione serviva per trasformare il rifiuto da urbano ad industriale e consentirne lo smaltimento fuori dalla regione. E così confezionato il materiale finiva in Puglia. 
Altrettanto sconcertante anche il viaggio dei rifiuti provenienti dai due impianti di tritovagliatura istituiti nel beneventano e salernitano in seguito alla emergenza rifiuti campana di un anno fa. I rifiuti dalla Campania arrivavano a Bologna. Qui il sacco nero si trasformava magicamente in rifiuto industriale, per finire ancora alla Lombarda dove veniva miscelato nella "torta" che finiva in Puglia. 
Dalla Lombarda alcuni rifiuti finivano abusivamente nella discarica di Gorla della Econord, grazie alla complicità di un dipendente che è stato arrestato. 
Infine c’erano i rifiuti industriali liquidi che finivano in un impianto di compostaggio di Fino Mornasco per essere trasformati in compost, sparso poi nei campi agricoli della Lombardia.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Dicembre 2003
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