Amare riflessioni al rientro dalle vacanze

Dopo avere maldestramente inondato il “portatile” che durante le ferie permetteva contatti quotidiani con Varese, al mio rientro riaccendo con soddisfazione il computer di casa.

Leggo molte notizie interessanti, mi colpisce la breve lettera di Gianni Mazzoleni che di fronte alla strage degli innocenti in Ossezia angosciato si interroga sull’uomo del Terzo Millennio. Non so dare risposta a una persona che per la sua sensibilità da tempo è un riferimento per i tanti amici di Varesenews.
So per certo che in Ossezia Erode non è ricomparso, ma si è ripresentato in veste nuova. Erode infatti non ci ha mai lasciati, nell’età nostra ha compiuto e compie massacri ai quali l’opinione pubblica mondiale sembra assuefatta se per la fame muoiono milioni di bimbi del Terzo, se prospera un Quarto Mondo dove si sfrutta il lavoro minorile e dove si pratica la pedofilia. Erode ha anche la tutela delle leggi là dove con disinvoltura si nega il diritto alla luce a chi è stato concepito.
Forse non c’è speranza di redenzione per un’umanità che da migliaia d’anni fa della ferocia una pratica di vita, ma questo non ci deve impedire di cercare una crescita personale e della comunità attraverso il dialogo e percorrendo con tenacia i sentieri di modelli culturali che non ci presentino come un nemico chi non la pensa come noi.

Leggo della “taglia “ posta dal sindaco sui vandali. Non mi scandalizzo più di tanto, né mi scandalizzo per l’ennesimo flop della funicolare perché le promesse non mantenute sono una costante degli amministratori di Palazzo Estense. Quando venne inaugurata la sala dedicata ad Aldo Montoli, assessore galantuomo, ebbi modo di incontrare un sacco di politici: a “ bandiere “ della Destra, della Sinistra, del Centro e della Lega chiesi di segnalarmi una grande opera realizzata ex novo in città da tutte le giunte guidate dal Carroccio. Alla domanda sempre ha fatto seguito un bilancio negativo. A chi mi ha risposto in preda allo sconforto ho però ricordato che poco prima di ammalarsi fu Bossi in persona a far avere un notevole finanziamento per importanti lavori di restauro alla sede dell’Università e ho pure detto che l’ateneo concluse la sua corsa all’autonomia grazie a un grande rettore e a un grande presidente della Provincia. Già, se guardo a come marciano anche oggi i leghisti di Villa Recalcati non posso non constatare che a Palazzo Estense evidentemente c’è stato l’approdo di quelli meno efficienti.

Non ho dimenticato il nuovo carcere, opera “romana” che avrebbe potuto raccogliere un forte consenso a Varese se il progetto, di pertinenza locale in particolare in ordine alla collocazione della struttura, non fosse stato degno del premio Attila, “ riconoscimento” che gli ambientalisti appioppano a chi a loro giudizio danneggia l’ambiente. A onor del vero sul problema del carcere e della sua sede i dolci sonni ci sono stati anche da parte di Giunte e opposizioni della Prima Repubblica, però il mal comune non sempre può essere mezzo gaudio.

Avremo forse una grande cerimonia pubblica per un’opera piccola: la rotatoria di via Sanvito. Speriamo che nella maggioranza comunale non si arrivi alla disputa, come per la rotatoria di Masnago, sulla paternità dell’iniziativa.. Così dunque vanno le cose nella nostra città dove dopo 12 anni problemi veri sono ancora in attesa di soluzione, dove singolari editti comunali hanno il pregio di far credere, grazie ad assai superficiali tv nazionali, che tutto è per il meglio tanto che si può curare anche il minimo dettaglio. A Varese si dimostra che l’apparire è nettamente più importante dell’essere. Alla fine come dare torto al sindaco e alla Giunta se ,almeno sino a oggi, sembra che ai loro elettori non importi d’essere governati così?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Settembre 2004
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