The Terminal

Il film della settimana

Titolo originale: The Terminal
Regia: Steven Spielberg
Interpreti: Tom Hanks, Cathrine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Diego Luna
Sceneggiatura: Sacha Gervasi, Jaff Nathanson
Fotografia: Janisz Kaminski
Musica: John Williams, Benny Golson

Produzione:
USA, 2004
Durata: 131’

Una fiaba moderna in cui l’uomo con buoni sentimenti e tanta ingenuità è al centro di un racconto di speranza, una speranza che non deve mai venire meno. Viktor Navorsky è appena arrivato nell’aeroporto di New York dal suo paese dell’Europa dell’est. All’atterraggio, però, il suo passaporto viene bloccato: nel suo paese è scoppiata la rivoluzione e non vi può tornare, ma non può nemmeno mettere piede negli Stati Uniti. Legalmente può sostare solo nell’area di transito internazionale dell’aeroporto. Vittima di una falla del sistema, nonostante i suggerimenti, non cercherà mai la fuga: lui ha una missione e vuole entrare legalmente negli stati Uniti. Sarà così costretto a vivere in aeroporto per mesi.

In queste condizioni il protagonista, interpretato da un grande Tom Hanks che dà vita a un personaggio a metà tra Forrest Gump e il naufrago di Cast Away, si creerà intorno un vero e proprio habitat su misura, con amici, nemici, amori, e tutto quanto si trova nella vita moderna. L’intero aeroporto, interamente ricreato in appositi studi, diventa il mondo intero, con un campione di umanità e disillusioni che da tempo non si vedeva nel grande cinema americano, ma solo in piccoli e coraggiosi film indipendenti. È stato detto che The Terminal sia il frutto della filosofia americana post 11 settembre, perchè una volta viaggiare era un piacere, adesso l’indifferenza e i dubbi sono sovrani. Ma The Terminal, come già facevano una volta i film di Frank Capra, non fa altro che inserire un puro (utopia?) in un ambiente ricco di caratterizzazioni della realtà. Risultato: tutti definiscono il film una fiaba, ovvero qualcosa di poco credibile o addirittura impossibile.

Steven Spielberg, dopo Minority Report e A.I., sembra proprio aver abbandonato i film ricchi di effetti speciali e dopo Prova a prendermi e questo The Terminal sembra a essere tornato a produzioni più "casalinghe", ricche di star, pur sempre "povere" nella rappresentazione, ma ricche di contenuti e amaro ottimismo. Anche la scelta del finale, non proprio scontato, è molto coraggiosa perchè in controtendenza con quanto accade ad Hollywood. Spielberg ci ha creduto fino in fondo, e naturalmente il film ci guadagnato.

The Terminal è una storia semplice, drammaticamente adatta al proprio tempo. Tanto che l’idea è ispirata ad una storia vera: un uomo che a Parigi, da anni, per scelta, vive nell’aeroporto. Ma quella è tutta un’altra storia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Settembre 2004
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