Al tempio di Duno per commemorare i medici scomparsi in servizio
Anche quest'anno, i medici italiani si riuniranno nell'unico tempio dedicato in Europa
La manifestazione di domenica prossima 24 ottobre nel tempio di Duno, unica chiesa dedicata ai medici in Europa e forse al mondo, vuole ricordare, in prossimità di San Luca, medico e santo, quattro coraggiosi sanitari italiani scomparsi nel compimento del loro
servizio a favore dell’umanità nel corso del 2003: Carlo Urbani a Bangkok, Roberta Zedda a Solarussa, Alessandro Ricchi ed Antonio Carta a Sinnai in Sardegna.
Il programma di domenica mattina in Duno, con inizio alle ore 10, prevede:
S. Messa celebrata da don Luca Violoni, assistente ecclesiastico Università Insubria; Posa della targa con i nomi dei quattro medici scomparsi alla presenza dei familiari;
Scoprimento targa che ricorda i primi sette presidenti dell’Ordine varesino dei medici;
Presentazione ristampa volume storico ‘’Duno e il tempio votivo dei medici d’Italia’’.
Saranno presenti i parenti delle vittime, i Presidenti degli Ordini provinciali chirurghi ed odontoiatri di appartenenza dei medici scomparsi; don Giuseppe Merlin parroco di Duno; Mario Beltrami sindaco di Duno; una rappresentanza Medici sindaco italiani; prof. Renzo Dionigi rettore Università Insubria; prof. Paolo Cherubino preside Facoltà medicina e chirurgia; prof. Giuseppe Armocida presidente Società italiana storia della medicina e il dott. Pier Maria Morresi, presidente dell’Ordine della provincia.
Il singolare Tempio votivo dei medici d’Italia, voluto in Duno da don Carlo Cambiano per 40 anni vicario spirituale, fu consacrato il 25 agosto del 1938 da Alessandro Macchi, vescovo di Como. Era stato costruito sulle linee architettoniche disegnate dall’architetto Cesare Paleni di Bergamo ed impreziosito prima dal grande portale bronzeo e da mosaici e dipinti in gran parte opera di medici artisti, poi da una statua di San Luca che Pio X aveva donato a don Luigi Guanella. Sui marmi che ricoprono ormai pressoché totalmente le pareti del tempio, ben presto si iniziarono a scolpire i nomi di tanti medici che erano morti e si erano sacrificati. Dapprima quelli caduti per la patria, poi la serie si allungò nel tempo ed il marmo prese ad accogliere anche i nomi dei sanitari morti nell’esercizio della loro professione. Sino ai giorni nostri.La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
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