L’ospedale di Cittiglio non chiuderà. E’ ora di progettare il suo futuro

Incontro tra il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Varese e i dipendenti del Pia Luvini. Al centro del dibattito i fondi concessi dalla Regione per il rilancio della struttura

L’ospedale di Cittiglio non chiuderà. Ormai la Regione Lombardia ha definitivamente accantonato l’idea di costruire un nuovo presidio in sostituzione del Pia Luvini e del Confalonieri di Luino. Ora si tratta di recuperare un clima di fiducia ed una strategia di crescita che, a causa dell’incertezza, si erano persi. Questo il messaggio che il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Varese ha portato ai dipendenti dell’ospedale di Cittiglio.
Una settimana dopo l’incontro a Luino, Roberto Rotasperti ha rinnovato ai sanitari di Cittiglio l’invito a ritrovare uno spirito costruttivo per rilanciare le attività del nosocomio: "Cittiglio, in verità, non ha bisogno di essere difeso – ha sottolineato il direttore generale – gode di una certa fama e ha un’organizzazione che va soltanto consolidata. Ma bisogna interrogarsi su cosa si vuole diventare. Quali scelte si vogliono fare per stabilizzare le situazioni". Per Rotasperti, i dipendenti, siano medici infermieri o personale tecnico amministrativo, devono aprire un dibattito interno per enucleare un progetto di sviluppo futuro che tenga conto, però, di alcuni fattori: Cittiglio non deve diventare e non deve voler essere una fotocopia di Varese, con le sue attività d’eccellenza. L’ospedale, nato in un contesto socio politico economici differente, deve recuperare la sua funzione di struttura zonale, per servire la collettività nei suoi bisogni immediati. Deve insistere sui suoi servizi in modo da garantire lo stesso livello di prestazioni degli altri presidi dell’azienda, senza lasciarsi prendere da smanie di protagonismo. Deve evitare, quindi, l’antagonismo con gli ospedali collegati, soprattutto con Luino.
Il primo compito dell’assemblea dei dipendenti, da cui dovrà scaturire un comitato ristretto, sarà quello di definire le priorità a cui si potrà rispondere con il primo lotto di fondi messo a disposizione dal Pirellone ( 9 milioni di euro per i due presidi di Cittiglio e di Luino). Secondo l’analisi fatta dai tecnici dell’azienda, guidati dall’architetto Ciotti, le prime voci di spesa dovranno essere l’ammodernamento e la messa a norma del quartiere operatorio, della chirurgia in generale e del Day hospital per ottenere, finalmente, l’accreditamento da parte della Regione. Acquisendo altri fondi, si potrà completare il rifacimento del tetto e delle facciate che, in alcune parti, mostrano evidenti i segni degli anni. In futuro si potrà affrontare il discorso dell’ammodernamento tecnologico ( soprattutto sul versante della Tac) e, a seguire, la ristrutturazione di alcuni reparti soprattutto dal punto di vista alberghiero.
Dal confronto con i dipendenti sono cominciate ad emergere alcune riflessioni, incentrare per lo più sul polo materno infantile su cui l’azienda ha investito molto e che oggi il territorio sta premiando in termini di fiducia (entro fine anno si arriverà a 700 parti). Non sono mancati altri spunti relativi ai malati terminali e all’attività di cardiologia.
Il discorso, ormai, è aperto: il futuro dell’ospedale di Cittiglio è ufficialmente nelle mani di chi ci lavora e conosce il territorio di riferimento. Il tempo, però, stringe: entro il 31 marzo del 2005 dovranno essere consegnati i progetti esecutivi dei vari lavori. Per quella data sarebbe auspicabile avere le idee ben chiare su quale sarà il volto del Pia Luvini del futuro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Novembre 2004
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