Quando la pubblicità si faceva coi cartoni animati

L’archivio del cinema industriale dell’Università Cattaneo partecipa alla “terza settimana della cultura d’impresa” con una rassegna del cinema industriale d’animazione

I cartoni animati venivano usati molto nel cinema industriale, per promuovere le aziende, farle conoscere e divulgare, a volte divertendo, quella che oggi viene definita la “mission” di un’impresa. È quello che l’Archivio del cinema industriale di Castellanza, che fa capo all’Università Cattaneo, ha presentato durante la “terza settimana del cultura d’impresa”, iniziativa organizzata da Confindustria su tutto il territorio nazionale dal 22 al 26 novembre. Dopo diversi convegni, incontri e mostre, l’Archivio varesino nato nel 1997 e che oggi conta più di 10 mila filmati storici, ha avuto il compito di organizzare, per giovedì 25 novembre al cinema Anteo di Milano, una rassegna cinematografica dedicata al cinema industriale di animazione.

«Abbiamo creato una comparazione con i filmati industriali di animazione italiani e americani – racconta Anna Maria Falchero, direttore dell’archivio -. È emerso che la parte italiana del cartone animato era molto più fantasiosa e coraggiosa rispetto all’americana, più condizionata dai classici film “disneyani”. Noi avevamo grandi maestri come i fratelli Gavioli della Gamma Film».
In sette anni l’archivio di Castellanza è molto cresciuto, tanto da essere chiamato spesso da più parti di Italia per aiutare a organizzare rassegne. «Purtroppo non deteniamo i diritti di quello che abbiamo nell’archivio – prosegue il direttore -. Noi digitalizziamo i filmati, come stiamo facendo con le oltre 30 mila ora dell’archivio di Confindustria, e le rendiamo utilizzabili per un uso didattico. Ma per un uso commerciale dobbiamo mediare con le imprese, con chi detiene veramente i diritti».

La settimana della cultura d’impresa è comunque un’ottima occasione per tornare a parlare di promozione dell’industria, di come l’animazione sia stata un mezzo di comunicazione di massa prima dell’arrivo della pubblicità in televisione. «Abbiamo inserito anche qualche Carosello nella rassegna che presentiamo – prosegue la Falchero -, ma il vero fascino di questi filmati è vedere come, mentre oggi si pubblicizza un prodotto, fino agli anni ’70, questi filmati erano usati per promuovere l’impresa e solo parzialmente il prodotto. Poi, sia la crisi petrolifera del ’73 da una parte, sia l’avvento della pubblicità dall’altra, hanno lentamente fatto morire questo settore, che era ormai diventato una vera e propria arte. Noi vogliamo solo studiarla e ricordarla».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Novembre 2004
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