Un altro volantino, sale la tensione all’Asl

I sindacati di base denunciano pressioni e intimidazioni per gli infermieri che hanno contestato l'azienda sanitaria

Prima hanno denunciato il “falso rilancio” dell’assistenza domiciliare, adesso denunciano che a causa di quelle dichiarazioni alcuni dipendenti sono oggetto di mobbing. E’ questo il contenuto del secondo volantino diffuso dalla rappresentanza sindacale di base del settore Sanità di Varese. Argomento: ancora l’Assistenza Domiciliare Integrata.
Si legge nel nuovo volantino: «Abbiamo sostenuto apertamente iniziative spontanee di colleghi e colleghe che lavorano direttamente nell’assistenza che denunciavano pubblicamente sugli organi di stampa  quanto noi andavamo sostenendo: la privatizzazione dell’assistenza agli anziani non aveva lo scopo di risparmiare soldi dei cittadini ma solo di adempiere al progetto nazionale, regionale e aziendale di completa esternalizzazione del Servizio Sanitario Pubblico».
«Nelle lettere di denuncia, queste colleghe e colleghi oltre a mettere in evidenza la propria contrarietà alla privatizzazione, si autodenunciavano in quanto, non potendo più erogare direttamente l’assistenza, erano state parcheggiate negli uffici a svolgere compiti prevalentemente burocratici, con evidente spreco di denaro e risorse».
Secondo i rappresentanti sindacali a seguito dell’iniziativa di questi infermieri, 58 in tutto che avevano firmato una lunga lettera di denuncia, i vertici dell’Asl avrebbero cominciato un’opera di pressione “individuale” per costringere i firmatari a ritrattare.
Accuse pesanti, quelle riportate nel volantino, che arrivano a denunciare pressioni e situazioni di vero mobbing.
Tutto falso, replicano i vertici dell’Asl. «Ieri pomeriggio – spiega Lucas Maria Gutierrez, direttore sociale dell’Asl – abbiamo avuto un incontro per cercare di capire che cosa stesse succedendo. Ci siamo ritrovati tutti attorno a un tavolo, non solo i dirigenti dell’Asl, quindi il direttore generale e altri dirigenti, ma anche i rappresentanti degli infermieri, i caposala. Non ci sembra che la situazione sia così grave come la si sta dipingendo, non solo: posso dire che abbiamo ricevuto un decina di lettere di infermiere che prendevano le distanze dal primo volantino. Non credo proprio che siano stati fatti oggetto di pressioni; vigiliamo in questo senso, io stesso ho parlato con alcuni di loro e nessuno di loro mi ha riferito di gravi episodi come quelli denunciati».

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Novembre 2004
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