«Occorre un nuovo programma triennale per prevenire l’Aids»
La proposta contenuta in una interrogazione al consiglio Regionale proposta dalla consigliera Fiorenza Bassoli
«Mentre i casi accertati di AIDS, fino al 2001, erano in diminuzione, in questi ultimi anni si è notata una preoccupante inversione di tendenza. Dal 2001, infatti, la situazione che si presenta in Lombardia registra ogni anno circa 500 casi di AIDS e 400 casi di malattie trasmissibili sessualmente, principalmente sifilide».
Alla luce di questi “dati preoccupanti” e alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta all’AIDS, la Vicepresidente del Consiglio Regionale Fiorenza Bassoli (DS), ha depositato in Consiglio regionale una interrogazione rivolta agli assessori alla Sanità, Carlo Borsani e ai Servizi sociali, Giancarlo Abelli «per sapere, in particolare, se e quando verrà elaborato il nuovo programma triennale di lotta all’AIDS, programma per altro previsto dal Piano socio-sanitario regionale – precisa – e in che modo sono stati coinvolti i Comuni nella organizzazione e nella erogazione dei servizi territoriali e domiciliari«.
«Questa situazione – sottolinea Fiorenza Bassoli – sta ad indicare che sono diminuite le cautele nell’approccio a questo problema. Soprattutto per quanto riguarda le informazioni preventive su come evitare il contagio. E non mi riferisco soltanto alle strutture specialistiche ma anche alla mancata informazione da parte dei mass-media e dei servizi territoriali che sono stati via via smantellati».
«Dato nel dato – aggiunge la Vicepresidente del Consiglio regionale – il contagio interessa sempre meno omosessuali e tossicodipendenti ma aumenta sensibilmente tra gli eterosessuali e soprattutto nelle donne, che risultano essere le persone più a rischio visto che il 78% di loro viene contagiata dal partner abituale».
In sostanza, conclude Fiorenza Bassoli, «il progressivo aumento di questi dati ci porta ad esprimere una forte preoccupazione. E’ fondamentale che su come evitare il contagio e la trasmissione di queste malattie riprenda al più presto una informazione capillare sul territorio, partendo dalle scuole. Dai più giovani. Va infine ricordato all’assessore alla Sanità che il Piano triennale è scaduto e va rinnovato. Ma soprattutto dovrà essere dedicata particolare attenzione a quanto avviene sul territorio in merito all’assistenza domiciliare ai malati colpiti da HIV, la cui malattia – sottolinea Bassoli – attraverso le cure con i moderni farmaci, viene cronicizzata e quindi sono persone che abbisognano di interventi costanti, non solo di carattere sanitario. Abbiamo infatti notizie riguardo al fatto che dopo l’introduzione dei voucher l’assistenza domiciliare è diminuita sia in termini quantitativi che qualitativi e sono aumentati i ricoveri negli Istituti specializzati. Sono convinta che ciò che è maggiormente necessario è il potenziamento della rete di assistenza domiciliare e il sostegno ai Comuni che devono essere messi in condizione di intervenire con azioni integrate, non bastano i voucher».
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