La nuova Mater Domini nascerà alla fine del 2006
Vinta la battaglia legale, l'istituto clinico Mater Domini si concentra sulla futura struttura ormai giunta al tetto. Invariati i posti letto accreditati
Da oltre 40 anni è una realtà conosciuta ed apprezzata nel nostro territorio. La normativa regionale gli ha imposto un "lifting" necessario per avere l’accreditamento. Così l’Istituto clinico Mater Domini, oggi, vinta una complicata battaglia legale, vede avvicinarsi l’inizio della nuova era con una struttura giunta ormai al tetto e che, entro la fine del 2006, sarà inaugurata ufficialmente: "La capacità alberghiera non sarà modificata – spiega il direttore sanitario Luciano Angelini – La Regione ci ha accreditato 136 posti e quelli manterremo anche nella nuova struttura".
L’ospedale che sta sorgendo sarà di sette piani, uniti alla torre dove risiede attualmente la degenza: "Manterremo il collegamento tra i vari reparti, trasportando le camere nella nuova struttura, mentre nel "vecchio" ospedale potenzieremo i laboratori, gli uffici tecnici e le sale per la Day Surgery, un settore che intendiamo potenziare".
Attualmente le operazioni senza ricovero rappresentano il 50% dell’attività globale della Mater Domini, i cui fiori all’occhiello sono le specialità cardiovascolare, cardiologica e oculistica: "La nostra clinica si è sviluppata cercando l’eccellenza in campi, comunque, che rispondono alle richieste dei nostri pazienti naturali, residenti nel territorio circostante. Ecco perchè abbiamo voluto mantenere e potenziare il Pronto soccorso e la rianimazione, piuttosto che la medicina, reparti di poco prestigio scientifico ma di grande utilità alla popolazione".
Per la fine del 2006, dicevamo, la nuova Mater Domini entrerà a regime, con una parte alberghiera migliorata e con una tecnologia avanzata: "Stiamo sostenendo una spesa non di poco conto – aggiunge l’architetto Gianluigi Cantù, direttore dei lavori – Data una spesa preventiva di 30 miliardi di euro, ci troveremo alla fine con una maggiorazione di circa il 20% legata al "caro euro"".
E se i progetti ormai sono precisi circa il futuro della nuova area, rimane qualche discussione circa il completo utilizzo dell’attuale struttura: "All’inizio avevamo pensato ad un hospice – rivela Angelini – ma dalla sperimentazione effettuata attraverso la nostra fondazione nel campo dell’assistenza domiciliare per i malati terminali, abbiamo verificato che la richiesta non è elevata. Nel futuro potremo valutare il settore riabilitativo ma aspettiamo di conoscere la decisione della Regione in merito ai criteri e ai requisiti imposti".
E per il futuro, il direttore sanitario è sereno: "La nuova costruzione ci è stata imposta. Non penso che la nostra vocazione cambierà: manterremo elevata l’attenzione alla qualità e al progresso scientifico-tecnologico. Non ritengo, quindi, che problemi potranno derivare dal nuovo ospedale di Legnano, piuttosto che da quello di Varese".
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