Sparatoria in un bar: quattro morti
È avvenuto questa mattina intorno alle 11 e 45 in un locale nella frazione di Maddalena. Tra le vittime tre donne, tra cui madre e figlia. Ferita una quinta persona
Quattro morti e un ferito grave. È questo il tragico bilancio della mattanza avvenuta nel bar "Fogador" sulle rive del Ticino a Maddalena, frazione di Somma Lombardo.
Tutto è successo nel giro di pochi minuti, venerdì 21 gennaio, intorno alle 11 e 45. Efisio Serra, di 55 anni, aveva premeditato tutto. Gli inquirenti hanno trovato una lettera in cui si spiegherebbero le ragioni del folle gesto. Da giorni cercava insistentemente la sorella Maria Teresa, che da qualche anno gestiva il bar insieme al marito Ivano Ferrari e alla figlia Isabella.
Questa mattina, Efisio Serra (nella foto a fianco), ha deciso di risolvere i suoi problemi nel modo più tragico e definitivo. Arrivato nel parcheggio del bar si è messo una fascia nera a coprire la fronte ed è entrato nel locale. Dapprima ha cercato di dar fuoco alla cucina e ad un gabbiotto di legno, poi ha aperto il fuoco contro la sorella e i due avventori. Per Maria Teresa Serra e Lorella Fabian in Tovo non c’è stato niente da fare. Sono morte colpite dalla calibro 9 del Serra. Se l’è scampata invece l’altro presente, un rappresentante di commercio che era andato a prendere un caffè insieme alla signora Fabian. Colpito da tre pallottole è riuscito a fuggire e a dare l’allarme ai carabinieri. Se la caverà con una prognosi di 15 giorni. Una morte drammatica invece per Isabella Ferrari, trovata asfissiata dal fumo sprigionatosi dall’incendio del gabbiotto dove aveva cercato rifugio dalla furia omicida dello zio.Quando i carabinieri e i primi soccorsi sono arrivati sul posto, le tre donne uccise erano all’interno del locale, mentre Efisio Serra era riverso sul piazzale antistante il bar, dove si è suicidato subito dopo la mattanza. Sul luogo sono intervenuti anche i Vigili del fuoco, perché il locale stava bruciando. Il ferito è stato trasportato all’ospedale di Gallarate ed è fuori pericolo.
La famiglia Serra si era trasferita a Somma Lombardo dalla Sardegna negli anni Cinquanta. L’omicida era agli arresti domiciliari da venti giorni. Pluripregiudicato, anni fa aveva commesso un altro omicidio che gli era costato vent’anni di carcere. Da allora aveva scelto di collaborare con la giustizia, ma il suo iter penale non ha trovato sosta ed è stato arrestato più volte per rapine e altri reati fino all’epilogo odierno. Una tragedia nella tragedia. Una famiglia annientata dalla foliia omicida di un uomo difficile.
Ancora oscure le ragioni del gesto. Sarà determinante conoscere il contenuto della lettera rinvenuta nella casa di via XXV aprile a Somma Lombardo, dove il Serra viveva. C’erano comunque dissapori famigliari confermati da diversi vicini di casa dell’omicida che lo sentivano urlare al telefonino contro la sorella. Una tragedia che comunque segnerà per sempre la memoria del paese, considerato che oggi è la festa di sant’Agnese, patrono di Somma Lombardo.
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