L’amor di libro dei varesini

Diciannove librerie in città, sei di grande tradizione locale o espressione di editori nazionali, alcune anche specialistiche, tutte però bene inserite in un mercato certamente non facile.
Diciannove librerie sono un record per una città piccola come la nostra dove ancora negli Anni Settanta erano molti coloro che si facevano vincere dalla timidezza davanti all’ingresso di Pontiggia o Veroni e l’appuntamento in libreria Restava così un rito per privilegiati.

Piace allora pensare che l’ impulso a leggere di più e meglio sia venuto dal Premio Chiara, voluto anni fa dall’assessore Antonio De Feo e al quale hanno dato grande impulso testate giornalistiche locali, in prima fila “La Prealpina” con due presenze autorevoli nella giuria, Max Lodi e il direttore Mino Durand, scomparso di recente. Certamente gli incontri sotto il tendone e i libri presentati dagli stessi autori hanno avvicinato il mondo letterario ai varesini allettati anche da felici iniziative come Amor di libro.

Varese dunque ha guadagnato posizioni in un settore culturale non facile e se mai lo è stata non è più certamente il fanalino di coda della Lombardia che con una quota del 26 per cento è la prima regione italiana nel mercato del libro. In Lombardia la città che acquista e legge più libri è Milano (50 per cento del totale); essa ha alle spalle anche una tradizione editoriale tale da garantirle il primato nazionale del settore.

Il libro a Varese dunque “tira” molto e se è vero che le grandi case editrici potendo avvalersi di adeguate campagne pubblicitarie impongono generi e autori che di strettamente letterario non offrono molto- basti pensare ai comici e alle loro barzellette o ai thriller anglosassoni – è altrettanto sicuro che da noi c’è molta attenzione ai nuovi autori, a opere di impegno. Insomma – lo dicono i librai – siamo diventati dei lettori consapevoli. C’è di più: da parte dei lettori che erano e sono ancora élite culturale non manca l’attenzione alla storia locale e alla poesia dialettale.

Che cosa manca oggi al mondo locale del libro e della lettura? Certamente una iniziativa per agganciare meglio i giovani e un luogo di incontro: infatti la biblioteca è ben diretta, ma è inadeguata in termini di spazi.
Varese non può supportare sicuramente un progetto come quello realizzato a Bologna nella vecchia Sala Borsa, roba da sballo, ma non può nemmeno ignorare questo problema. Che è importante la sua parte. Vale quasi .. una tangenziale. Già, una strada che porti i cittadini a essere più colti e sensibili in un contesto sociale in cui sono molti a non volerci far pensare.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Marzo 2005
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