Shark tale non regge il paragone con Nemo

Il nuovo cartoon della Dreamworks di Spielberg delude: storia scontata e prevedibile. Divertente solo a sprazzi

Squali mafiosi divertenti, ma Nemo rimane insuperabile sia dal punto di vista dello spettacolo che dal punto di vista educativo. Shark Tale, il nuovo cartoon dei creatori di Shrek, racconta la storia del piccolo pesce Oscar che sogna di "diventare qualcuno" e che un giorno incontra lo squalo vegetariano Lenny, in fuga dalla sua famiglia mafiosa, capitanata dal padre don Lino. Questi vuole che il figlio diventi aggressivo e spietato con tutto l’ecosistema marino. Ma e’ proprio grazie all’aiuto di Lenny, invece, che Oscar diventa per la sua comunità "lo scannasquali", mentre lo squalo vegetariano riesce a farsi credere morto dal proprio padre.

Amicizia, diversità, padri padroni, amore. Troppa carne al fuoco per questo nuovo film di animazione computerizzata (ormai l’animazione tradizionale sembra essere totalmente in mano solo ai giapponesi!) che vuole sì affrontare il problema della diversità, ma lo fa con superficialità e con luoghi comuni ormai visti e rivisti. Il problema dello squalo vegetariano che sogna di essere un delfino e che rifiuta l’aggressività guerrafondaia del padre, sarebbe sì stata una bella storia. Ma questo aspetto di Shark tale è solo a margine rispetto al vero protagonista Oscar, che invece non apprezza la quotidianità della sua vita. Temi poco approfonditi quindi che, se meglio focalizzati, avrebbero dato più spessore a una bella parabola.

Shark Tale punta tutto sul carisma dei personaggi famosi che, in lingua originale, doppiano i protagonisti e sui quali sono stati realizzati i tratti somatici dei pesci: Robert De Niro è un riuscito squalo Don Lino, Will Smith il pesciolino Oscar, Martin Sconrsese un padrone di fabbrica, Angelina Jolie una vendicativa femme fatale. In italiano le voci sono state affidate a Dj Francesco, Pali e Dispari e molti altri, ma il gioco finisce presto e il divertimento rimane soltanto, a parte qualche bella situazione ben costruita (come il pesciolino al tavolo degli squali), nel riconoscimento dei tratti somatici dei divi americani. Alla ricerca di Nemo della premiata ditta Pixar aveva decisamente maggior spessore in quanto ogni evento ed ogni elemento della storia puntava sul difficile rapporto tra un padre troppo protettivo e un figlio alla scoperta del mondo.

Ideale comunque per passare una bella giornata con i propri bambini al cinema. Da prodotti di questo tipo ci si aspetterebbe decisamente di meglio, più coinvolgimento e maggiore orginalità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Marzo 2005
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