La community virtuale all’avanguardia dell’audiovestibologia

Le centinaia di pazienti del dottor Burdo collegati in rete con Skype, il modello Voip destinato a rivoluzionare il sistema dei collegamenti telefonici

Una volta erano nel sottoscala. Abbandonati a sé stessi, stretti in un corridoio striminzito, tra bambini, mamme che allattavano e neonati.
Oggi l’audiovestibologia dell’ospedale di Circolo vanta caratteristiche d’avanguardia: un ambiente famigliare e rilassato con salette divise per grandi e piccini, con bevande e cibi a disposizione (un avvenieristico spremiagrumi offre aranciate all’istante) per senitirsi come a casa propria.
E così la comunità del dottor Burdo cresce, in termini numerici ma, soprattutto, di vincoli e legami. Da quando esiste la Fondazione
Audiologica Varese Onlus l’esperienza ospedaliera di tantissimi pazienti, per lo più piccoli e piccolissimi, è radicalmente cambiata: nel nuovo padiglione spazi,  strumentazioni e persino i colori sono stati pensati per alleviare l’angoscia e il disagio dei pazienti.

L’ultima rivoluzione introdotta dal direttore del reparto Sandro Burdo è la creazione della "community" virtuale a costo zero: «Bastano un computer, una banda larga di navigazione internet e un software scaricabile gratuitamente da internet – spiega il dottor Burdo – ed è possibile chiamare attraverso il pc altri computer o telefoni a rete fissa in modo pressocchè gratuito. Costa solo un centesimo la telefonata in Italia e anche chiamare in Australia il prezzo è sette volte inferiore a quello di una normale chiamata urbana. Si possono chiamare anche i cellulari, ma i vantaggi sono meno evidenti. Il segreto è la "linea globale", un sistema di comunicazione diffuso in tutto il mondo che agisce attraverso il principio dei "messangers" ma si estende ai telefoni. In questo modo riusciamo a tenerci in contatto con tutti i nostri pazienti abbattendo i costi telefonici. Allo stesso modo realizziamo le teleconferenze con cui attuiamo la riabilitazione».

La "community" di Burdo si sta adeguando velocemente alle decisione del "leader": «Abbiamo già organizzato un corso per spiegare il sistema a tutti i nostri "utenti". Tutti devono avere a disposizione questa tecnologia che assicura notevoli risparmi. Il nostro rapporto con il paziente non si conclude con la sua dimissione o la sua riabilitazione. Noi rimaniamo sempre un punto di riferimento per lui e per la sua famiglia e i contati sono continui. Il nostro obiettivo è quello di lavorare per agevolare il più possibile quanti si affidano a noi».

Per il salto di qualità del reparto è stata decisiva la nascita della Fondazione, che ha istituzionalizzato l’attività svolta per tanti anni con determinazione dall’associazione dei famigliari. Oltre alla sede nuova, in reparto ci sono macchinari nuovi, computer in rete con collegamento"wi-fi" e, soprattutto, personale medico e infermieristico pagato dalla fondazione: «Nel nostro centro, inoltre, ci avvaliamo della consulenza di specialisti che conoscono approfonditamente anche il campo audiologico. Abbiamo tre pedagogiste, due pediatre, un neurospichiatra infantile, un neurologo e due neurolinguiste, tutto personale che viene convocato dalla Fondazione e aggiornato ciclicamente». 

Chi conosceva il reparto di qualche anno fa non crederebbe ai suoi occhi. Sono stati fatti passi da gigante, importanti anche per la credibilità del comparto sanitario: «Tutto ciò è reso possibile dalla Fondazione – spiega il dottor Sandro Burdo, responsabile dell’Audiovestibologia – Fondazione dal cui consiglio di amministrazione, però, mi sono recentemente dimesso dopo le critiche mosse dal responsabile dell’ospedale che ha messo in dubbio l’eticità dell’onorario che percepisco dalla stessa. È stato un appunto che mi ha amareggiato dato che questo emolumento, pienamente condiviso in seno alla Fondazione, ha solo un fondamento provocatorio, mira, cioè, a equiparare il mio stipendio di responsabile di unità semplice a quello di responsabile di un’unità complessa, quale è di fatto l’audiovestibologia, senza riconoscimento formale. Sono sicuro che la questione, frutto di una probabile svista, si risolverà presto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Aprile 2005
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