Caccia all’uomo in pieno centro. Quindici ultras tentano di linciare un albanese

Circa duecento ragazzi, amici del barista ucciso a Besano, si sono dati appuntamento davanti al tribunale. Hanno poi sfilato per le vie della città. Feriti un poliziotto e un giovane albanese. Fermate tre persone

Con le peggiori intenzioni era iniziata, e con il peggior epilogo si è conclusa. La manifestazione improvvisata dagli ultras, circa duecento skinheads legati al gruppo di estrema destra "Blood and Honour" (sangue e onore), per ricordare la morte del giovane Claudio Meggiorin, è finita con un tentativo di linciaggio di un ragazzo albanese.
Dopo aver urlato per quasi due ore slogan come: "albanesi tutti appesi", "albanese razza di merda", i manifestanti sono passati alle vie di fatto. Verso le 19 e 30 un gruppetto, circa una quindicina di teste rasate, ha lasciato il grosso del corteo, fermo in piazza Monte Grappa, e ha iniziato la caccia all’uomo. Ne cercavano uno qualsiasi, purché albanese. L’hanno trovato in pieno centro, in via Morosini, che, ignaro di quanto stava accadendo, aspettava l’autobus per tornare a casa. Il giovane albanese è stato assalito. Quindici contro uno. Ha tentato di difendersi, ma la sua difesa è durata poco. Finito a terra è stato colpito ripetutamente. Solo l’intervento di quattro agenti, due carabinieri e due poliziotti in borghese, che avevano inseguito il gruppo di assalitori, ha evitato che il linciaggio venisse portato a termine. Caricato su una macchina della polizia, il malcapitato è stato trasportato al pronto soccorso. Un agente della digos, intervenuto in sua difesa,  è invece rimasto a terra tramortito. Le loro condizioni non sono gravi. In tarda serata, per il tentativo di linciaggio, sono stati  fermati dalla polizia tre manifestanti.

La triste gazzarra era cominciata alle 18, davanti al tribunale di Varese, dove si erano dati appuntamento i manifestanti. In realtà alle 18 e 30 era atteso il presidio "ufficiale", quello della Lega Nord, che prevedeva la presenza del ministro Maroni, di Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione Bilancio della Camera,  e del presidente del Consiglio regionale Attilio Fontana.
Il gruppo di skinheads ha però anticipato tutti sui tempi, lasciando il tribunale per sfilare nelle vie del centro. Un primo momento di tensione si è avuto alle 18 e 35 quando i manifestanti sono arrivati in corso Matteotti. In piazza del Podestà c’erano i vertici del Carroccio, dal ministro del Welfare al presidente della Provincia Marco Reguzzoni, che stavano partendo nella direzione contraria per raggiungere il tribunale. Una breve, inutile mediazione e come due fiumi in piena i due cortei si sono incrociati, confusi per un attimo e superati.

Il questore, i poliziotti, i carabinieri della compagnia di Varese hanno cercato di fermare inutilmente il gruppo di ultras, che ha forzato il blocco e ha proseguito per le vie del centro. Superato Palazzo Estense i manifestanti si sono diretti al carcere dei Miogni, dove è rinchiuso l’assassino di Claudio Meggiorin. Hanno continuato per una buona mezzora a urlare slogan contro gli albanesi, assediando il carcere. La tensione è salita alle stelle quando il corteo ha proseguito per ritornare in tribunale. All’ingresso di piazza Beccaria agenti di polizia in tenuta antisommossa hanno sbarrato la strada agli skinheads, che a loro volta hanno reagito prima a parole, poi a spintoni, calci e pugni. In prima linea, a cercare di fermare gli scalmanati, anche il questore Giovanni Selmin e il capitano dei carabinieri Enrico Grazioli. A farne le spese un fotoreporter colpito al volto da un manifestante che tentava di sottrargli la macchina fotografica. Forzato il blocco, all’ingresso di via Cattaneo la scena si è ripetuta: altro sbarramento di agenti e altro tentativo di sfondarlo.
Dopo una breve trattativa gli ultras sono stati riportati in via Veratti, più controllabile. Cori e insulti, dagli addosso all’albanese, sono continuati incessantemente fino al ritorno in piazza Monte Grappa. A quel punto è iniziata la caccia all’uomo. Un gruppetto di persone si è staccato dal corteo e ha preso di mira prima un marocchino, che ha avuto la fortuna di essere troppo vicino al corteo, favorendo così l’intervento degli agenti che hanno evitato il peggio, e dopo il malcapitato albanese di cui si è già raccontato.
In città ora regna una calma apparente. Polizia e carabinieri presidiano i luoghi frequentati da extracomunitari perché si teme il peggio.
 "Non finisce qua" hanno urlato gli ultras per quasi due ore. Un avvertimento chiaro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Giugno 2005
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