Morgione: “L’umorismo è una cosa seria”
Gaspare Morgione premiato all'anteprima del 1° concorso nazionale umoristico indetto da Cgil
L’umorismo è una cosa seria, e a dirlo è uno che se ne intende da tempi non sospetti, "quando le vignette le disegnavano pittori squattrinati per trovare di che campare, mentre le didascalie se le studiavano gli autori satirici, i propagandisti, e perchè no i giornalisti. solo poi, col tempo, come nella musica è arrivato il momento dei cantautori, così per le vignette è venuto il momento dell’autore completo, che si disegna da sè le sue tavole".
A raccontare questo piccolo spaccato di storia dell’arte è Gaspare Morgione , un monumento (tutt’altro che immobile, in verità!) della satira nostrana, anni fa condirettore della Prealpina insieme a Pierfausto Vedani, e ancora oggi sulla breccia cone le sue graffianti vignette per Varesenews. Una carriera importante la sua, dal 1949 (e ancora prima) ad oggi: mezzo secolo di intensa attività nel segno dell’ironia.
È stato un autentico trionfo la sua premiazione alla carriera nell’ambito dell’anteprima varesina del 1° concorso umoristico nazionale indetto da Cgil per festeggiare in allegria i 100 anni di attività, concorso che vedrà la premiazione dei vincitori a Mantova, in occasione del congresso regionale del sindacato. Bagno di folla per Morgione, complice il congresso provinciale del sindacato cui era collegato l’evento: e non mancava nessuno, la sinistra e il mondo del lavoro erano al completo per l’occasione. "Sorprendente è la parola giusta per definire il successo della mostra" ha commentato Morgione in mezzo alla calca degli intervenuti, intenti ad ammirare i numerosi disegni ammessi al concorso, frutto anche di professionisti del massimo calibro, come Sergio Staino. A suggerire di festeggiare il 100 anni della Cgil nel segno dell’umorismo è stato il disegnatore satirico Tiziano Riverso, che ha voluto ringraziare Morgione per la fiducia datagli, anni fa, quando con alcuni giovani amici aveva creato l’ArciComics.
"L’umorismo è una cosa seria: andrebbe insegnato nelle scuole, perchè i bambini apprendono subito, e lo so bene avendo fatto anche il maestro" ha commentato Morgione, commosso dall’accoglienza ricevuta, "e io ne sono la dimostrazione. Io rido dentro: per vedermi ridere, bisogna farmi la radiografia". Dopo aver ricordato che "solo le persone poco serie non ridono mai" Morgione ha dichiarato che "per paradosso, l’umorismo non può essere buono se non è cattivo. Così, per coerenza, quando mi hanno detto che ero troppo cattivo, ho preso e me ne sono andato, con tanti saluti".
Il saluto finale è stato affidato a Flavio Oreglio, celebre cabarettista reso famoso al grande pubblico da Zelig, il quale non poteva mancare dato che il momento era umoristico: "Condivido in pieno tutto quanto ha detto Morgione, non è vero che per far ridere bisogna essere per forza imbecilli, come si tende a credere oggi, anche se spesso gli imbecilli fanno effettivamente ridere". Risate, sipario, e tutti in allegria al buffet.
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