Vince Tempera guest star del Distretto 51
In arrivo il primo disco dello storico gruppo varesino. Al loro fianco la preziosa collaborazione di un maestro della musica italiana
Ha lavorato con i più grandi cantautori della musica italiana, da Battisti a De Andrè e dal ’67 lavora al fianco di Guccini che ancora oggi accompagna nei suoi concerti come tastierista.
Vince Tempera musicista e compositore arriva a Varese per l’incisione del primo disco del Distretto 51.
“La prima volta che incontrai la band fu a Porretta terme molti anni fa. Mi sono piaciuti subito e mi piaceva la musica che facevano”. Tempera inizia così a raccontare della band, con un vago ricordo che si trascina nel tempo. Le strade e i palcoscenici sono stati diversi ma ciò che li accomuna è la grande passione per la musica.
L’incisione del disco oggi li vede uniti e per il Distretto 51 è un’occasione da non perdere; un’esperienza fantastica dalla quale cercano di apprendere il più possibile e di cogliere ogni suo insegnamento.
Tempera è arrivato a Varese e al Distretto 51 grazie ad Armanda, amica in comune di Andrea Segrini ,direttore del Molina. “Mi raccontava di questo gruppo allucinante di Varese, ci ha fatto conoscere e abbiamo fissato un primo incontro. Da allora, circa un anno fa abbiamo iniziato a costruire un mosaico, abbiamo deciso come registrare i pezzi da mettere all’interno del cd e lo scorso luglio abbiamo iniziato le prove di registrazione. Una volta registrato con il fonico siamo andati a Bologna e li abbiamo mixato i pezzi”.
Le erano già capitate esperienze come queste?
«E’ l’unica. Per uno come me, che ha girato in lungo e in largo posso dire che sono l’unico gruppo che poteva farlo, per il loro spirito, per la loro voglia, per la loro musica e per l’impegno. Loro hanno ancora la passione dei ragazzini. Hanno conservato quella parte pura e vergine della personalità che gli permette di continuare ad amare la musica».
La simpatia di Tempera per il Distretto 51 nasce proprio da quella voglia di coltivare le loro passioni e di non abbandonare la musica nonostante gli impegni quotidiani o le scelte fatte nella vita.“Sai, all’estero continuano a suonare fino a 70 anni, in Italia invece a 30 ci si ferma perché si inizia a lavorare in modo serio e si abbandonano le passioni. Lavorando in Inghilterra ho scoperto una cosa strana. Un sabato pomeriggio sono andato nella casa discografica per cui lavoravo per suonare ma era tutto chiuso. Il capo mi ha spiegato che è tradizione per le famiglie inglesi prendere un giorno di riposo e alle cinque bere il the accompagnato dalla musica di un concertino. Questo gli permette di mantenere le loro passioni, sono valori aggiunti a quelli della quotidianità e ti permettono di mantenere la purezza e la libertà. Se invece tutti continuassero a farlo, come hanno fatto loro, il mondo potrebbe andare un po’ meglio”.
Quale è stata la cosa più divertente e quale la più faticosa nella collaborazione?
«La cosa più divertente è vedere personaggi così, luminari nel loro lavoro, ma che davanti alle chitarre, ai sassofoni, alla batteria diventano ragazzini di 15 anni. La parte più difficile, invece, è stata sicuramente assemblare la parte dei fiati. Abitano tutti in città diverse e riuscire a radunarli è stato quasi impossibile».
Come è stata per lei questa esperienza?
«Un’avventura, è stato divertente. Ci sono state settimane di forte collaborazione non solo all’interno del gruppo ma anche con la realtà del Molina che ci ospitava. Il mio compito è stato anche quello di tenerli pronti alla registrazione ed evitare che si emozionassero troppo, come per i protagonisti di Full Monty, lo spirito era quello».
Come è uscito il lavoro?
«Molto bene, Simona e Jhonny le voci, sono stati molto bravi. Ho voluto inserire all’interno del cd brani che loro usavano solo in sala prove e che invece meritavano di essere incisi. Il mio obbiettivo è fare in modo che la band diventi una vera band. C’è la voglia di promuovere il disco e il gruppo come band autonoma».
Ora rimane la grande attesa per l’uscita del disco. E’ un grande passaggio per il Distretto 51. Un modo per unire la loro musica, la loro passione e il loro impegno.
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