Porena, un commissario di buon senso

Si è preso il tempo – pochi giorni – per leggere le carte e guardare ai problemi, poi il commissario Porena ha preso a macinare un provvedimento dietro l’altro facendo scelte di buon senso, avendo attenzione a reali necessità, accostando alla funzione di commissario la sua sensibilità di servitore dello Stato, per anni affinata ed esaltata come prefetto.
Certamente il dottor Porena sa sfruttare a dovere la profonda conoscenza di Varese fatta quando era prefetto a Villa Recalcati, ma la sua azione è espressione di una cultura, di una capacità di leggere le situazioni, soprattutto di una concretezza da anni scomparse in Comune.

Ogni giorno dall’ufficio stampa di Palazzo Estense vengono diramate notizie di iniziative, di scelte puntuali, di indicazioni che la comunità cittadina riceve per il tramite dei mezzi di informazione preferiti.
Sì, quella di Porena non è solo una azione efficace, tesa a risolvere problemi magari piccoli, ma non per questo meno importanti, ma è anche una lezione di democrazia ai vecchi inquilini del palazzo usi a gestire in modo non sempre corretto la comunicazione se è vero che l’opposizione era esclusa dal sito internet comunale e che la stessa maggioranza per un certo periodo avrebbe fatto fatica ad accedervi. Sindaco, assessori e maggioranza per anni si sono confidati con alcune fonti giornalistiche; per la verità hanno appioppato loro sogni e palle in quantità, però certamente gradite(anche dai lettori) se consideriamo che solo poco prima della caduta della Giunta ci si è accorti del record di fantubismo stabilito dai parolai.

Noi di Varesenews auspichiamo che il nuovo sindaco non dimentichi che l’informazione non è un privilegio per pochi, ma al momento ci godiamo la democrazia del commissario Porena e il suo concreto lavoro a favore della nostra gente. A lavorare con serenità e bene hanno ripreso anche i dipendenti comunali e non capitava loro dai tempi del sindaco Fassa: insomma Porena ha aperto le finestre di Palazzo Estense, ha dato l’esempio e si respira tutti un’aria diversa.

Ma non é la prima volta che il commissario prefettizio lavora alla grande a Varese.Era successo con l’avvocato Lozito negli anni 50 e poi con Umberto Calandrella quando
esplose Tangentopoli. Calandrella, oggi prefetto a Ravenna, fu altrettanto efficace e agiì con pari amore per Varese.
Per il futuro sarebbe opportuno però che ad amare e servire la nostra città non ci fossero più commissari, ma sindaci di grande cultura operativa e di democrazia, aperti anche a tutta la comunità dell’informazione. Sindaci magari attenti all’esempio che viene dal dottor Porena che basa la sua azione anche su una visione ampia, che va oltre i confini comunali, nell’interesse del territorio e dello Stato. Come dice la richiesta odierna di più posti per i rifugiati politici.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Dicembre 2005
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