Busto, dalle “cento ciminiere” alle 150 antenne
La mappatura dei campi elettromagnetici giunge con ritardo: le antenne dei vari gestori si sono moltiplicate negli ultimi anni
Quando si parla di lotta all’elettrosmog è facile avere
la sensazione di avere a che fare con una leggenda urbana, o con una battaglia contro i mulini a vento. La scienza non è ancora riuscita a dare
risposte certe alle domande della gente, anche se vari studi parziali
hanno legato campi particolarmente intensi ad un maggior rischio di
leucemie nei più piccoli, ed effetti visibili sulla crescita della
vegetazione sono stati notati al di sotto degli elettrodotti.
In fatto di antenne e dintorni Busto ha già una certa esperienza: se una volta era la città delle cento ciminiere, oggi è quella delle 150 antenne. Tra l’antenna di via Tolmino e il caso, clamoroso, di quella installata presso l’asilo Poggi (a lato, un commento "murale" degli interessati), la mobilitazione dei cittadini preoccupati per possibili effetti nocivi delle microonde non è certo mancata. Quello che finora è mancato, invece, sono stati i risultati: nel migliore dei casi, i residenti – o, nel caso dell’asilo, i genitori – si sono sentiti bollare come affetti dalla sindrome Nimby (Not In My BackYard, non nel mio giardino), o si sono sentiti rispondere che gli fa più danno asciugarsi i capelli per dieci minuti la settimana che stare al di sotto di un’antenna 24 ore su 24.
A distanza di due anni dall’approvazione del contestato regolamento comunale sulle antenne – sulla cui base avverranno le misurazioni annunciate dal Comune – nulla è cambiato, se non il numero di antenne presenti in città, ulteriormente cresciuto. Nel 2003, in occasione di un primo monitoraggio, si contavano 42 antenne, oggi sarebbero circa 150: ma va detto che si tratta in gran parte di antenne a bassa potenza di emissione (7-12 Watt), a differenza di quelle di via Tolmino e dell’asilo Poggi che sfiorano i 300 W.
Adriano Chieregatti, esponente del comitato di via Tolmino che due anni fa combatté (e perse) una dura battaglia contro l’installazione di una grande e potente antenne per telecomunicazioni, commenta con scetticismo l’avvio della campagna di misurazione dei campi elettromagnetici da parte del Comune. "In due anni nulla si è risolto; del resto come cittadini non possiamo entrare più di tanto in questiopni tecniche, ma solo chiedere che si sposti l’antenna, ci sono le nostre case a breve distanza, ma anche l’oratorio dove giocano i ragazzini. Tecnicamente, secondo l’Arpa l’antenna sarebbe a posto, entro i limiti di legge per quanto riguarda le emissioni. ma che certezze possiamo avere in realtà?"
Il partito che più di tutti si era battuto al fianco del comitato di via Tolmino è Rifondazione Comunista. "Finalmente si agisce sul fronte antenne, era ora" commenta il suo capogruppo uscente Antonello Corrado. "Ma restano altre questioni ambientali sulle quali l’amministrazione non ha agito, pur avendo il Consiglio comunale approvato in passato le nostre risoluzioni: mi riferisco allo stop agli esperimenti su animali all’università dell’Insubria e alla richiesta all’Asl di avviare le dovute campagne di sterilizzazioni feline. Chissà mai che il commissario trovi il tempo, tra tante richieste e segnalazioni, di affrontare anche questi problemi".
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