Caro signor Aldo, tante grazie dai suoi piccoli grandi lettori
Dopo oltre trent'anni di onorata attività la storica libreria varesina ha chiuso i battenti. Tanti i messaggi arrivati in redazione per Veroni
Dopo oltre trent’anni di onorata attività chiude la libreria Veroni. Quante volte ci siete entrati? Quante volte avete chiesto un libro introvabile? Quante volte lo avete trovato e felici ve ne siete tornati a casa a leggerlo? Quante volte avete avuto la tentazione di rubare un libro dallo scaffale? Quante volte Aldo Veroni vi ha detto: «Faremo di tutto per trovarlo». E quante volte ha mantenuto le sue promesse da libraio?
Raccontateci i vostri ricordi della libreria Veroni. Scrivete a redazione@varesenews.it
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Un grande senso di malinconia mi ha preso quando ho saputo della chiusura della libreria Veroni. È sempre stata un grande punto di riferimento per le mie letture e un valido aiuto per il mio lavoro. La sezione dedicata alla didattica infatti era la più completa della provincia. Ci manca molto.
Buona fortuna signor Aldo e un saluto particolare ad Alessia
Marinella Molinari
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Ognuno di noi possiede un ricordo della libreria Veroni, perchè al suo interno, oltre alla cordialità del Sig. Aldo Veroni, della moglie e di tutti i dipendenti che vi lavoravano, era possibile trovare qualsiasi libro che interessava al lettore, dal best seller a quello meno conosciuto e quasi introvabile.
Nulla era lasciato al caso amiche per quanto riguarda i libri di testo, e parlo per esperienza diretta poichè anche io, come tanti altri ragazzi, gli ho comprati in questa libreria. Personalmente mi rimane un ottimo ricordo di tutti, il Signor Aldo, la moglie, Ragionere Rossi, Stefano, Massimo, del Sig. Palma e di delle ragazze oltre che dell’ambiente davvero molto accogliente e ordinato. Oltre al dispiacere per la chiusura della libreria Veroni, che ovviamente ho provato così come tante altre persone, mantengo dei bellissimi ricordi che mi porterò dentro per sempre.
Un’ultima cosa: GRAZIE SIGNOR VERONI!!!
Stefano Benetazzo
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Questo messaggio è per il signor Aldo Veroni: voglio ringraziarlo per aver rappresentato per tanti anni, con la sua libreria, il mio luogo di consolazione. Entrandovi e comprando libri di grandi autori come la Mansfield o la Ginzburg o la più moderna Helene Zahavi, superavo le mie ansie e le mie delusioni. Un augurio di cuore per il futuro personale del signor Veroni, ma Varese, senza la sua libreria, perde un tassello prezioso del suo fascino.
Sara
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È sempre un segnale preoccupante il fatto che chiuda una libreria; lo è ancor di più se si tratta di una libreria storica. Un ringraziamento al signor Veroni per la disponibilità e competenza mostrati e un augurio per Varese: che non perda altri pezzi della cultura, indispensabile per affrontare con consapevolezza un futuro che si presenta complesso e problematico.
Carlo P.
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Mi dispiace molto per la chiusura della libreria Veroni.
Per me le vere Librerie in Varese restano Veroni e Pontiggia, cui si sono aggiunte l’ottima Libreria del Corso e il Libraccio.
BASTA CHIUSURE PER PIACERE.
Massimo Soncini nella lettera letta oggi citava Vercellini. Non sia mai che chiuda!
Che cos’è un grande magazzino di fronte al profumo, all’atmosfera, alle evocazioni alla Proust e alla professionalità della nostra drogheria?
Che cos’è un libro arraffato velocemente in librerie da centro commerciale di fronte alla personalità di una buona e sana libreria dove ti inginocchi sul pavimento a ravanare negli scaffali bassi, e sfogli fin che ti pare e solo se glielo chiedi ti aiutano pazientemente a cercare, e chi ti aiuta lo capisci subito che i libri li conosce e li ama? E’ da Veroni che sono state ricevute le scolaresche delle elementari di Casbeno per capire che cos’è una libreria.
Che cos’è una multisala che assomiglia a un centro commerciale e sforna film come una catena di montaggio, di fronte al carattere di un buon sano cinematografo che ti fa anche cineforum o pellicole che nessuno altrimenti avrebbe potuto vedere a Varese (vedi Il Grande Silenzio, ad esempio, o le pellicole – sì, uso questo termine da Nuovo Cinema Paradiso – mandate da Filmstudio??). Salvate il Cinema Nuovo!
Abbasso l’allevamento forzato in gabbia.
Salviamo la storia, la personalità, l’individualità, la libertà di scelta, la professionalità, la libertà tout court.
.., se no finiamo come i bimbi nel tritacarne (riferimento dichiarato: Pink Floid The Wall)… o ci buttiamo i nostri bimbi….. dio mio che raccapriccio……
Flavia Tosi
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Da quando il Sig. Veroni mi ha comunicato la notizia della chiusura della Libreria ho sperato in un ripensamento.
Ora lo rigrazio per la cortesia e per la professionalità che insieme ai Suoi
collaboratori ci ha sempre riservato.
Fausto Turrini
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Anche noi, come tante persone, siamo rimasti esterrefatti dalla notizia della chiusura, che ci è stata data proprio dal Sig. Veroni di persona, un giorno in cui io e mio marito amanti del trekking, abbiamo pensato di recarci presso la libreria per cercare una cartina dei sentieri, sicuri di essere consigliati nel migliore dei modi e di trovarla.
Dopo la notizia, abbiamo pensato di lasciare un piccolo pensiero sul libro così colmo di messaggi posto all’uscita.
E così la mente ha iniziato a vagare, eravamo così dispiaciuti, sembrava che per un’attimo qualcuno ci avesse sottratto qualcosa di importante.
Abbiamo ripensato a quand’eravamo piccini, con mamma e papà a comprare i libri, code interminabili, compagni di classe che incontravi, anche loro erano lì per fare acquisti…..e poi in auto ad aprire i sacchetti, i famosi sacchetti blu del Veroni, (ne abbiamo ancora qualcuno in giro), ad annusare il profumo della carta; quella voglia matta di ricominciare la scuola…
Gli anni sono passati è finita la scuola, ma il Veroni è sempre stato il nostro punto di riferimento, per vari libri di lettura da leggere e da regalare alle persone più care.
Lì venivi consigliato, ti sentivi come a casa!
Grazie Veroni, un calorosissimo saluto.
Katia e Nicola
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La libreria Veroni ha accompagnato i miei 26 anni di vita a Varese e con i suoi libri ho cresciuto i miei 4 figli, ora c’e’ un grande vuoto , Laura
Sonia Varani
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Tra le librerie di Varese Veroni era sicuramente la più riservata, la più intellettuale, ma anche la più vera. I primi ricordi sono legati ai primi anni di scuola, quando al piano inferiore, tra la fine di agosto e l?inizio di settembre si creava quella interminabile coda di studenti tutti così diversi, dai baffi acerbi, dai volti brufolosi, spesso accompagnati da mamme urlanti, in attesa di comprare i libri per il primo giorno dell?anno scolastico. La libreria Veroni era vicina alla fermata del pullman e spesso mi ci infilavo per ripararmi dalla pioggia e dal freddo. E poi la percorrevo da cima a fondo andando a spulciare le nuove uscite tra gli scaffali, mi mancheranno quegli scaffali?
Renato Franceschini
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Da Veroni andavo a prenotare i libri di testo per la scuola, fin dai tempi delle elementari quando il libro era uno solo: il famoso sussidiario. Da lì in avanti, si era a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, la libreria di via Robbioni non l’ho più abbandonata. E l’ho scoperta a poco a poco, perché man mano che si cresce si va a cercare i libri in una sezione diversa. Così dal piano di sotto, quello della scolastica, sono passato alla libreria vera e propria, partendo da in fondo a destra, dove c’era la narrativa per ragazzi.
Ora che, finalmente, l’avevo girata tutta, la libreria chiude. Un po’ mi spiace, perché è un pezzo di Varese che se ne va per sempre, un po’ invece sono contento: Veroni – il locale, il proprietario, tutti i gentilissimi commessi – apparteneva effettivamente ad un’altra epoca; meglio saper dire basta quando si capisce che si è esaurito un ciclo, piuttosto che snaturarsi per restare in un mercato completamente cambiato rispetto al contesto iniziale.
Michele
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Lo scoprì quasi per imposizione.
Erano gli anni della scuola primaria e quel fantastico mondo dei balocchi di carta si trovava in via Griffi, proprio dietro quella che trent’anni dopo avrebbe concretizzato il mio progetto sull’ultimo strumento del pensiero, il libro.
Il Signor Veroni, l’ultimo vero signore di questa città, lo si conosceva perché abitava nei pressi della casa natia, della scuola che mi diede l’imprinting ed era proprio la maestra a promuovere questa figura, che ci portò a conoscere personalmente per insegnarci l’importanza del libraio nella nostra vita.
E mi ha accompagnato a lungo il Signor Veroni.
Soddisfacendo sempre le richieste impossibili di una professionista costantemente di fretta. Quando scelsi il luogo del mio studio poi, fu automatico localizzarlo proprio sulla sua testa, in Via Robbioni.
Per ogni ricerca, approfondimento, nuovo progetto che dovevo approntare, bastava che scendessi le scale e mi si apriva un mondo nuovo, le delucidazioni si sprecavano ed i testi che hanno gettato le basi del mio lavoro provenivano sempre da quel luogo. Poi scelsi di seguire i suoi passi, decisi, silenti e fondamentali. Aprii anch’io una piccola casa del libro. Il Signor Veroni, quando gli annunciai il progetto abrigliasciolta, mi disse che comprendeva cosa mi muoveva, ma che non sapevo cosa mi aspettava.
Mi illuminò su tanti aspetti e sopratutto mi preparò al peggio.
Negli ultimi due anni il libraio che ha accompagnato la mia vita intellettiva, insieme a Castoldi, ha consolidato quell’immagine che la mia maestra mi dipinse decine di anni fa: eticamente corretto, estremamente collaborativo (basti pesare che ha gestito per anni da solo amor di libro) ed estremamente rispettoso del lettore.
Posso solo dire grazie a chi, condividendo la chiusura al pubblico di abrigliasciolta, mi ha definito "collega". Ma per divenire collega di un Signore come lei devo trascorrere ancora un trentennale tra i libri ed imparare ancora molto. Grazie Signor Veroni per aver continuato ad incrociare il suo cammino con chi ha ancora molto da imparare da lei in questa "solitudine troppo rumorosa".
Ombretta Diaferia
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Una libreria che chiude è una musica che si spegne, è ritrovarsi un po’ più soli, è un palco che si chiude sul teatro della vita e del mondo.
Dio solo sa quanto, di questi tempi, le librerie andrebbero amate, difese, aiutate a vivere. Le librerie come quelle del signor Veroni non sono, e non saranno mai, un concorrente dei vari book megastore: la moquette misteriosamente mai troppo polverosa dove i piedi affondano comodi, mentre osservi le copertine, leggi i colophon, prendi in mano un volume e ne soppesi la carta, la brossura, il frontespizio: ed ecco, senza saperne la trama, il libro ti ha già raccontato una prima storia. Una magia che non accade in nessun iperstore.
Non c’è sconto che tenga, non c’è promozione o loyalty card che dia lo stesso premio che mi ha sempre dato il signor Veroni, quando negli anni di università (dal 1995 al 2000) telefonavo in libreria chiedendo i miei volumi di studio dai titoli complicatissimi. Titoli in latino o in greco, per una studentessa di Filologia Classica. Mai un no, mai una volta che mi sia sentita dire "non sono riuscito a trovarlo". mai una sola volta in cui mi abbiano risposto "prego, scusi? come ha detto?"; anche di fronte a introvabili tomi di autori sconosciuti ai più, mai una parole sopra le righe. Un aplomb gentile, non spocchioso e non di maniera. Una cortesia vera, mai "pour parler". Solo il mestiere, il vero cuore da libraio: e magicamente, nel giro di due settimane il titolo si trovava, chissà come, chissà dove.
Grazie a tutti i suoi collaboratori e grazie a lei, signor Veroni. Nella sua libreria ho passato tra i pomeriggi più belli. Mi scuso se, quando ero studentessa spiantata, in un angolo ho letto di nascosto qualche breve racconto, senza acquistare poi nulla.
Grazie per avermi accompagnata in ogni mia lettura, dai fratelli Grimm alla letteratura greca, da Gian Burrasca a Josè Saramago, dal fantasy di Avalon a Pirandello, a Grisham, a Morselli, a Dante e tutti gli altri in rigoroso ordine sparso: lo stesso che, a volte, regnava su quei tavoli di vetro in cui alla fine trovavi sempre tutto.
Angela M. Nuovo
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Quando ho saputo che la libreria Veroni stava per chiudere ho provato un senso di tristezza, come se un “pezzo” importante della nostra Varese stesse per scomparire… Un posto speciale, appunto, non un negozio qualsiasi… perché da Veroni non era una semplice vendita di merce, bensì un punto di riferimento, serio, ma soprattutto cordiale… prima di tutto il Signor Veroni, che con la sua eleganza e la sua disponibilità, ha sempre ascoltato e aiutato il cliente, con professionalità e semplicità, valori che personalmente apprezzo molto in una persona… e l’ho sempre ammirato… Adesso auguro ad Aldo Veroni, un Signore, che per lui inizi “una nuova vita”, come disse Tiziano Terzani, una sempre con l’affetto di chi ha avuto modo di conoscerlo, anche solo “di vista” come me… Grazie
Federico
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Ho già avuto modo, su La Prealpina, di salutare e ringraziare Aldo Veroni e la sua ‘colta’ famiglia. Qui aggiungo che sempre Veroni ha accolto benevolmente le mie avances letterarie, sempre ha trovato uno spazio sin troppo adeguato alle mie pubblicazioni. In questi ultimi vent’anni, spesso Aldo Veroni mi ha visto arrivare con un volume, e non mi ha mai chiuso la porta in faccia. Un modo per incoraggiarmi a perseverare intorno alle ‘sudate carte’. Grazie
Del signor Veroni, e si questa credo sia la definizione migliore per una persona gentile e garbata come è il signor Aldo, ricordo in modo forte due cose. Il sorriso di alcuni momenti, quando, dopo un buon risultato ad Amor di libro, entravo a salutare o a cercare qualcosa, e il suo vecchio spazio in piazza Giovane Italia.
Per me, allora giovanissimo, è stato uno dei primi negozi conosciuti in una fredda Varese invernale. Sono passati 28 anni. Un’eternità, ma anche un soffio.
Per tanto tempo la libreria Veroni è stato un punto di riferimento. Per acquisti e per curiosità.
Poi in quei vecchi locali è arrivata una delle tante banche. Ma l’abitudine è rimasta intatta. Armocida e Andrea Campane mi hanno poi fatto il regalo di gestire le prime quattro edizioni di Amor di libro. E lì il rapporto si era saldato ancora di più.
Intanto però le cose cambiavano e anche io andavo sempre meno a trovare il signor Aldo. La concorrenza non è venuta tanto dalle altre librerie, chi più chi meno fanno altrettanto bene il proprio lavoro, ma da una realtà che 28 anni fa non si poteva immaginare: il mondo virtuale. Internet è entrato di prepotenza e se si ci si mette insieme l’impatto dei supermercati e dei centri commerciali il gioco è fatto.
Veroni come tanti non sono riusciti a salire su quel magico mondo che tutto sta cambiando. La sua libreria si presentava come era 28 anni fa. Certamente professionale, ben fornita, con una bella preparazione e passione. Ma non basta più. E oggi perdiamo un altro pezzo di una fase storica della città.
Grazie signor Aldo. Grazie, perché lei con il suo lavoro ha fatto dono a tanti di noi. Gestire una libreria non è solo affare di commercio e credo che pochi oltre lei ne abbiano consapevolezza.
Un augurio per godere di tutta la cultura che ha visto passare in tanti anni di attività.
Marco Giovannelli
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Da "Veroni" entravo quando avevo voglia di farmi un giro tra i libri "non comuni". A volte, lo confesso, non acquistavo nulla ma uscivo soddisfatta comunque. Poi sono arrivati i figli e andavo ad ordinare i libri della scuola. Oggi trovo volumi scontati sugli scaffali del supermercato e i libri di testo me li ha procurati la scuola. E so di aver perso il "profumo" che si respirava da Veroni. L’ultimo libro che mi ha procurato è stato "Storie di uno scemo di guerra" di Ascanio Celestini dove «quando uno si mette a raccontare…racconta e racconta…e all’inizio dice quello che è successo veramente, ma poi finisce per raccontare quello che avrebbe voluto che succedeva».
Grazie
Roberta
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Circa 13 anni fa stavo cercando un libro su una storia criminale pubblicato da una piccolissima casa editrice. A Varese si era tenuto un convegno di criminologia e quel libro era stato consigliato. Girai per tutte le librerie della provincia, ma niente…nessuno che mi accontentasse. Andai da Veroni come ultima spiaggia e sorpresa delle sorprese lui quel libro lo aveva tra quelli esposti.
Grazie
Gianni
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Grazie a Michele Mancino per l’articolo di commiato alla mitica Libreria Veroni, per tanti anni rifugio nei momenti tristi e nelle giornate di pioggia, luogo di delizie per golosi di letteratura che fino all’ultimo hanno potuto vagare indisturbati tra gli scaffali piluccando parole. Un negozio che chiude toglie sempre qualcosa alla città e a tutti noi, ma una libreria che abbassa per sempre la saracinesca è qualcosa di molto molto più triste.
Un abbraccio a Veroni da una affezionata cliente
Merula61
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Grazie a Veroni per avermi avvicinato alla lettura. Ero un ragazzzino e un giorno non avevo tutti i soldi per comprarmi un libro. Lui mi fece un corposo sconto.
Antonio
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Vorrei salutare la liberia Veroni e il suo Proprietario che conosco da tanto tempo, da quando io e la mia famiglia eravano suoi vicini di casa. Vorrei farlo qui perché sebbene abbia saputo a fine agosto della chiusura, non sono mai riuscita a passare di persona. Mi spiace che abbia chiuso, è stata la prima libreria che ho frequentato e, malgrado la mia scarsa frequentazione degli ultimi anni, quella a cui sono rimasta più affezionata. Ricordo ancora quando da ragazzina, giravo tra gli scaffali senza un titolo preciso in testa, giravo e giravo e alla fine trovavo sempre il titolo adatto. Un grande saluto signor Veroni.
Serena
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I primi libri di inglese per la mia “bambina” (oggi 21anni) li ho trovati in questa libreria come tanti altri che abbiamo acquistato per ricerche varie e strane.
Peccato è un pezzo di Varese che si spegne.
Raffaella Galmarini
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Ho già ringraziato di persona Aldo Veroni e lasciando la libreria ho provato la tristezza che accompagna il commiato definitivo da qualcuno e da qualcosa di importante per se stessi e per l’intera comunità.
La mia adesione al vostro invito ha uno scopo preciso: ricordare
quanto Aldo Veroni ha fatto, assieme ai suoi colleghi, per la nascita e lo sviluppo del Premio Chiara che ha segnato una svolta nel rapporto tra i cittadini e i librai, ovvero con la cultura.
Pier Fausto Vedani
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Ricordi ne ho tanti quanti sono i libri che ho comprato e letto, proprio grazie a Veroni. Il più bello è senz’altro il rincorrere le parole e i pensieri di una dolce ragazza di nome Sara, che mi ha
rubato l’amore per tanto tempo. Studiava lingue e almeno una volta al mese andava da Veroni a comprare i libri che le servivano.
Tra un libro e l’altro, accompagnandola, è sbocciato un amore che ancora oggi, che sono passati più di 10 anni, ricordo con passione e un po’ di nostalgia. Come accade per per i quotidiani, i circoli culturali, i cinema, e tutti i luoghi dove in generale si fa
cultura, la perdita di una libreria rappresenta una mancanza di cui ci si accorge purtroppo solo quando non c’è più. La chiusura di Veroni faccia riflettere tutti quanti.
Andrea
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Leggo solo ora che Veroni chiude.
Accidenti, mi dispiace molto, davvero.
Ivan
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Veroni chiude perché come ben dice il proprietario: «il businnes prevale sul libro», perché la tendenza è quella di trasformarsi in "librifici" che ben poco hanno a che spartire con le librerie ma anche perché la corsa pazza dei costi per affitti e spese varie non direttamente produttive diventa insostenibile ed espelle dai centri cittadini ciò che maggiormente li rende vivibili, come appunto le librerie, i salumieri, i panettieri, le drogherie.Tutti o quasi sostituiti dalle boutique d’abbigliamento, dalle profumerie, da una serie infinita di bar e baretti che non si sa, francamente, come facciano a vivere. Questo è il frutto avvelenato, in Italia come altrove, di una politica che non ha voluto controllare la rendita fondiaria nei centri storici e quindi il valore degli affitti. Si salva solo chi è padrone dei muri, per gli altri non ci sono alternative salvo quella di lavorare in perdita. La chiusura di una libreria e che libreria, è un brutto giorno, un giorno di solitudine per chi crede ancora nel valore della parola scritta e del dialogo. Lascia un gran signore, un consigliere di buone letture. Personalmente ho sempre coltivato una nostalgia grande per Veroni in piazza Giovane Italia, una vera e propria agorà della civiltà tipografica nel cuore antico di Varese. Fu espulsa da una banca verso un luogo sempre fruibile ma meno centrale e accogliente. Fu un primo segno di tempi inesorabilmente meno felici per la cultura.
Cesare Chiericati
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Leggere la notizia su internet è stato durissimo. Con la libreria Veroni se ne va un pezzo di storia e si perde un bagaglio di competenze immenso. La stima che ho sempre avuto per il Signor Aldo e per tutti commessi non è misurabile in poche parole.
Un sincero saluto.
Sara Tagliati
Francesca Mascioni
Romano Tagliati
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La libreria Veroni è sempre stata "la mia libreria":lì ero sicuro di trovare qualsiasi libro, ero sicuro che entrando a fare un giro per curiosare non mi avrebbero cacciato, ero sicuro che chiedendo un consiglio mi avrebbero ascoltato.
Ho iniziato a frequentare la libreria Veroni quando ho cominciato gli studi al Liceo Scientifico: lì acquistavo i libri di testo, lì cercavo i libri di narrativa che le insegnanti di lettere consigliavano, lì trovavo libri per eseguire ricerche, lì trovavo i libri per il mio tempo libero.
Il Sig. Aldo era l’icona della libreria: quando era presente dietro il bancone, ti salutava appena varcavi la soglia per entrare e per uscire. E come lui erano tutti i suoi dipendenti. Ecco, Sig. Aldo: un grazie per questi 8 anni in cui Lei è stato il mio libraio. Con la chiusura della Sua libreria si spegne un pezzo di Varese: un frammento "glorioso" del salotto culturale che Varese rappresenta.
E ora mi chiedo: a chi potrò rivolgermi per trovare libri "impossibili"? Ci resta soltanto la libreria Pontiggia, altra colonna portante di Varese. Un augurio anche al Sig. Pontiggia: spero vivamente che la Sua libreria non abbia un destino così crudele come è stato per la Libreria Veroni.
Ancora grazie Sig. Veroni,
Massimiliano Coletto
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