Del Ponte, un ospedale in vendita

I bimbi di neonatologia disseminati in nosocomi dell’ Alta
Lombardia rappresentano una macchia per la nostra azienda ospedaliera. È inconcepibile che al “Del Ponte” l’importantissimo reparto del dottor Agosti abbia dovuto “chiudere” cinque posti letto e che lo si sia saputo solamente grazie alla denuncia di una mamma. È come se si tagliassero posti letto nel reparto di rianimazione.
Ma questa allegra assistenza non è una novità al “Circolo”, dove sino a poco tempo fa non erano ancora stati riattivati letti chiusi durante il periodo estivo.

Dunque anche all’ “ospedale dei bambini” (e delle mamme)
la scarsità di mezzi crea problemi alla cittadinanza e a chi gestisce la sanità. I politici locali avevano appena tessuto gli elogi del “Del Ponte” giustamente schierandosi per la sua difesa davanti alla minaccia del suo trasferimento in una delle vecchie strutture del “Circolo”.
Illusi: il proconsole Buscemi, inviato da Pirellone, ha messo in riga tutti. Milano ha bisogno di soldi, si venderà il Del Ponte. Un messaggio diretto non solo ai suoi forzisti, ma, sia pure con delicatezza, anche al sindaco Fontana il cui bosinissimo e apprezzato attivismo sul fronte ospedaliero infastidisce politicamente gli alleati azzurri.

La questione del “Circolo“ è fondamentale per la città: grazie anche alla presenza dell’Università l’ospedale potrà diventare un riferimento regionale e forse del Nord, ma sino a oggi, nonostante la realtà del nuovo monoblocco, non ci sono garanzie di sviluppo e fanno dunque bene il sindaco e il Consiglio comunale a chiedere e pretendere prima di dare assensi a operazioni come la liquidazione del Del Ponte.
Struttura, frutto di una donazione, che ha servito e serve egregiamente la comunità. E che dovrebbe continuare a esistere come polo sanitario, magari anche con presenza privata.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Novembre 2006
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