I napoletani sono ostaggi di Napoli

I napoletani sono ostaggi di Napoli, di un’immagine indelebile che gli è stata incollata e che viene ravvivata ogni giorno che passa da chi la sta uccidendo. Napoli la puoi guardare bene da fuori perchè se ci vivi ne vieni risucchiato. Napoli, comunque, non è una fogna e questo se lo devono ricordare tutti quelli che parlano di indipendenza del nord e poi mangiano a Roma nello stesso piatto dove mangiano tutti. I napoletani in provincia di Varese sono migliaia e qui non hanno esportato la maleodorante camorra ma la loro cultura, il loro saper vivere e la voglia di rimboccarsi le maniche per «laurà» come si dice qui, «pè faticà» come diciamo a Napoli.
Noi campani soffriamo in silenzio qui, perchè siamo lontani dalla nostra bella terra baciata dal sole e dal mare. Soffriamo a vederla coperta di spazzatura, nella morsa di capi e capetti pieni di cocaina che sventagliano colpi di arma da fuoco con una rabbia cieca che non distingue più l’adulto dal bambino, il camorrista dal cittadino, il buono dal cattivo. Vediamo contriti tutte le sere le tristi immagini di una società civile che non si ribella perchè ormai le «mani sulla città» sono talmente tante che non si vede nemmeno più il sole.
Vorremmo essere là ma allo stesso tempo ringraziamo il destino che ci ha permesso di non esserci. Vorremmo vedere la gente per bene alzare la testa come fanno i ragazzi di Locri o gli imprenditori di Lamezia che si fanno riprendere in faccia. Manca qualcosa ai napoletani? Si, manca l’Italia che ci copre le spalle, manca la legalità in ogni apparato statale, regionale, comunale; manca la solidarietà della politica che permette ad un suo esponente (non importa di che partito sia) di chiamrci fogna senza cacciarlo dal parlamento. Il presidente del Consiglio non vuole mandare l’esercito a Napoli e ha ragione ma parla di ripristino della legalità senza avere in mente la minima idea di cosa si possa fare per questa città.
Se l’interesse vero della politica fosse quello di far partire il sud come vero e unico motore per lo sviluppo non avremmo l’incubo del Pil. Lo vedremmo galoppare a livelli cinesi. Ma a qualcuno che ha parlato con qualcun’altro che, a sua volta, è daccordo con chissachì non vuole. Sono le mani sulla città, le mani sul sud, la rete che attanaglia e soffoca la gente onesta che è sempre di meno perchè se ne va oppure resiste come in un corso di sopravvivenza infinito nell’attesa che l’Italia ci guardi, finalmente, con un occhio diverso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Novembre 2006
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