La clinica Santa Maria sarà di nuovo l’ospedale a pagamento
Vendere Velate e via Luini. Riflettere sul Del Ponte: questi i principali temi su cui si è focalizzata la discussione degli Stati Generali. In arrivo da Roma 8 milioni di euro
La clinica Santa Maria tornerà ad essere riservata ai
pazienti paganti. Come fu in origine.
L’attuale sede di via Lazio, infatti, è
stata indicata da tutti i relatori come la sede più indicata per ospitare il
reparto solventi che l’azienda ospedaliera dovrà riaprire, per legge, entro
l’estate del prossimo anno.
Questa una delle poche certezze uscite dagli Stati generali che si sono tenuti
nel salone di Palazzo Estense.
Organizzata dal Sindaco Attilio Fontana, la riunione ha visto riuniti attorno
ad un tavolo i principali attori della sanità: gli assessori regionali alla
sanità Alessandro Cè, alla sicurezza Massimo Buscemi e alla mobilità e
infrastrutture Raffaele Cattaneo. Il presidente della Provincia Marco Reguzzoni,
l’assessore regionale Giuseppe Adiamoli, quelli comunali Colombo e Corbetta, e poi il direttore generale dell’Asl Pierluigi
Zeli, quello dell’azienda ospedaliera Carlo Pampari , il rettore dell’Università dell’Insubria
Renzo Dionigi e il presidente dell’ordine dei medici Pier Maria Morresi.
Una platea attenta e competente ( seduti sparsi in sala c’erano i primari del
Del Ponte Bolis, Nespoli e Agosti) ha seguito le relazioni ascoltando con
attenzione le varie ipotesi sul tappeto per la gestione futura della sanità.
Quasi tutti i relatori hanno concordato sulla possibilità di
vendere la clinica odontoiatrica di Velate, mentre il direttore Pampari si è
detto favorevole alla dismissione
dell’ambulatorio di via Bernardino Luini, oggi sottoutilizzato e con un trend
di prestazione in calo, oltre al trasferimento a Varese della riabilitazione
cardiologia attualmente a Cuasso.
Ha diviso i relatori la proposta lanciata sul tappeto dal
sindaco Fontana di accorpare gli uffici dell’Asl al Circolo: “Le funzioni delle
due aziende sono diverse e richiamano utenza differente – ha notato Cattaneo – far convergere tutti in viale Borri è
un’azione che metterebbe in difficoltà un’area già abbastanza provata”
Nettamente contrapposte sono state le posizioni sul futuro
del Del Ponte. Com’era già nell’aria, Fontana, spalleggiato dal Presidente
della Provincia Marco Reguzzoni, ha sottolineato l’importanza del polo materno
infantile, progettato negli anni scorsi e su cui sono stati investiti ingenti
fondi. In modo più concreto e meno incline a sentimenti affettivi si è detto Buscemi, sostenuto dal collega Cattaneo, che ha sottolineato come le richieste
continue di fondi da parte di una medicina d’eccellenza vadano sostenute con
decisioni che badino anche al lato economico: “Il polo materno infantile è
un’eccellenza che, però, va ancora perfezionata. Un ospedale deve stringersi
vicino ai propri reparti più importanti per dare le migliori risposte in tempi
rapidi”.
Per il De Ponte, quindi, la scelta rimane tra un
accorpamento all’interno delle mura del Circolo o un suo potenziamento
nell’attuale sede, in modo, però che si creino tutte quelle specialità che oggi
mancano ad iniziare dalla chirurgia e dalla rianimazione pediatriche
“sistemabili nella villa o nel padiglione Vedani “ ha suggerito Adiamoli.
Sull’utilizzo degli spazi che verranno lasciati liberi una
volta pronto il nuovo monoblocco, il rettore Renzo Dionigi ha invitato a riflettere
bene: “Se questa riunione fosse stata fatta prima di costruire il nuovo
ospedale oggi avremmo molti problemi in meno – ha esordito criticamente il
rettore – Oggi che siamo riuniti non dimentichiamo che dobbiamo valutare bene
quanti spazi rimarranno inutilizzati, perchè non sono tanti. Inoltre vanno
ancora definiti spazi adeguati ad un ospedale universitario come il nostro.
Manca del tutto un’area congressuale, adeguati spazi formativi, locali in cui
implementare l’attività di ricerca, oltre ad un reparto di ematologia
assolutamente necessario alla popolazione e spazi funzionali alle esigenze del
personale, soprattutto infermieristico, o dei parenti dei ricoverati”.
A dare la sintesi della riunione è stato l’assessore Cè: “Il
futuro della sanità varesina dipende molto dal futuro della sanità in generale,
locale ma anche regionale. Non possiamo prescindere dal riconoscimento che ci
siano eccellenze lombarde che vadano sostenute,né, tanto mento, dalle esigenze
epidemiologiche di un territorio. Ogni
intervento deve partire dal presupposto che al centro ci sia il paziente. Non
si possono pensare soluzioni che obbligano la persona a spostamenti gravosi.
Gli ambulatori, per esempio, sono utili se assicurano servizi diagnostici
completi e di qualità. Il futuro del Del Ponte dipende dall’importanza che la
collettività darà alla necessità di una razionalizzazione piuttosto che al
mantenimento di un valore storico e affettivo”.
Da Roma, intanto, è in arrivo una buona notizia per il
padiglione centrale del Circolo: il governo ha deciso 8 milioni di euro per il
suo recupero che, sommati ai 7 milioni e mezzo stanziati dalla regione,
permetteranno la rivisitazione di quegli spazi che ospiteranno la nefrologia e
la dialisi, vari ambulatori, il Day hospital e
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