La Scala in diretta a Varese, un auspicio per l’anno venturo
La Scala esaurita, un’esecuzione di Aida di Verdi memorabile grazie anche al genio di Franco Zeffirelli, un prezioso successo di immagine: nel giorno del patrono Ambrogio, Milano non poteva festeggiarsi in un modo migliore e lo ha fatto con la consueta generosità dando tranquillo riparo ai leader del governo che per qualche ora hanno potuto anche alzare la crestina, ammainata da giorni per via della Finanziaria.
Pochi fischi per loro all’esterno del teatro e nemmeno forti: gli operai li avevano già fatti sentire – un vero ciclone – ai sindacalisti romani saliti alla Fiat di Torino.
Il sindaco Moratti aveva fatto le cose per bene: con la Scala erano collegati due teatri, il Dal Verme, stipato di anziani, e gli Arcimboldi, in più migliaia di altri milanesi hanno potuto seguire l’opera attraverso i maxischermi collocati in Galleria.
Visto il successo, Letizia Moratti ha detto che l’anno prossimo si farà di più e meglio perché altri cittadini possano condividere le emozioni che sempre elargisce lo spettacolo di apertura della stagione lirica milanese.
Noi varesini sappiamo che cosa significhi questo modo di condividere, lo apprezziamo soprattutto da quando Milano, per il tramite di eccellenti collegamenti televisivi con le Ville Ponti, ci consentì di seguire in diretta l’inaugurazione della nuova Scala. Ci gustammo “Europa riconosciuta” di Salieri, la stessa opera andata in scena nell’agosto del 1778 per l’apertura del teatro, voluto da Maria Teresa d’Austria.
La trasmissione televisiva, di eccellente qualità, fu preceduta da una eccezionale conversazione del maestri Muti.
Una preghiera allora al sindaco Fontana che a Milano è molto stimato e apprezzato: veda se è possibile inserire anche Varese in questi collegamenti esterni già previsti dalla sua collega Moratti. La nostra oltretutto è una città assai “milanese” e pure scaligera grazie a tanti appassionati: qualcuno addirittura alla Scala ha pure il palco.
E saremmo felici se la rete tv per la sera di Sant’Ambrogio 2007 e negli anni a venire diventasse grande e lombarda. Una forma di federalismo culturale dai fortissimi vincoli e dalle positive ricadute.
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