“Voglio sapere perché mio figlio è morto”
Parlano Ivano e Preethika, genitori del piccolo Tarusha, morto domenica scorsa in ospedale. «Era un bambino sano e pieno di vita»
Sulla morte di un figlio non si puo’ essere fatalisti, nemmeno se si viene da un Paese come lo Sri Lanka dove tredici bambini su mille non raggiungono il primo anno di età. Tarusha, il bambino morto misteriosamente domenica pomeriggio, di anni ne aveva tre e dieci mesi. I suoi genitori Ivano e Preethika (nella foto) sono a Varese da circa dieci anni. Fanno i portinai in due case diverse del centro, una scelta fatta per poter accudire i figli. E anche se il dolore per la perdita di Tarusha è lancinante, in loro prevale la dignità. Sono cordiali, nonostante la fermezza, e non accusano. Vogliono sapere come è morto il loro bambino. «Non vogliamo far male a nessuno, nemmeno ai medici».
Quella del piccolo Tarusha è una morte che definire misteriosa è dire poco. Il bambino che aveva tre anni e dieci mesi è morto domenica pomeriggio all’ospedale Del Ponte, dopo essere stato dimesso il giorno prima dai medici dello stesso ospedale.
Accusava dolori allo stomaco e vomito. «Gli ho tenuto la mano fino all’ultimo – racconta emozionata la donna -. Mi guardava e sorrideva. Sono salita con lui sull’ambulanza quando l’hanno portato alla chirurgia dell’ospedale di Circolo e poi sono tornata all’altro ospedale. Alle 15 e 30 ci hanno detto che era morto».
Il bambino ha iniziato ad accusare i primi sintomi il venerdì sera, verso le 18. «Aveva mal di pancia – continua la donna – e un po’di febbre. Gli ho dato una Tachipirina e si è addormentato. Il mattino dopo, sabato 19, ha ricominciato a stare male e così l’abbiamo portato all’ospedale Del Ponte. L’hanno visitato e gli hanno dato delle medicine e lo abbiamo riportato a casa».
Il piccolo continua ad avere gli stessi sintomi, vomito e mal di pancia. Arriva la domenica e la situazione non migliora. I genitori, preoccupati, lo riportano al Del Ponte di buon’ora, alle 4 del mattino. Qui i medici fanno un primo consulto, altre analisi e verso mezzogiorno decidono di trasferirlo in ambulanza al reparto di Chirurgia dell’ospedale di Circolo, per una sospetta occlusione intestinale. (nella foto, i genitori di Tarusha con l’avvocato Giacomo Garancini)
Dopo due ore e mezzo, i medici lo rispediscono di nuovo al Del Ponte, dove il bambino morirà alle 15 e 30, nonostante l’intervento dei rianimatori.
«Era un bambino sano, pieno di vita. Prima di morire mi ha sorriso. Tarusha ci mancherà molto, specialmente a suo fratello che sta soffrendo tanto».
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