«Non bisogna cedere sulle ferie degli impiegati»
La Uilm invita le segreterie di Fiom e Fim a escludere in sede ministeriale qualsiasi ipotesi di mediazione sul capitolo ferie
Ai tempi della globalizzazione i cipputi portano anche il colletto bianco. La maggioranza silenziosa, quella che negli anni ’70 stava alla finestra a guardare gli operai delle grandi fabbriche che scendevano in piazza, oggi sciopera fianco a fianco di chi sta in catena di montaggio. Un destino comune, dove il contratto collettivo nazionale è la carta per leggerne il futuro.
La Uilm, "braccio meccanico" della Uil, nella trattativa in corso ha posto la questione in maniera netta, forse perché da sempre è abituata a guardare anche ai penultimi, non solo agli ultimi. Questo è il motivo perchè la segreteria della Uilm ha chiesto alle segreterie nazionali di Fiom-Cgil e Fim-Cisl di non mediare sul capitolo riguardante le ferie degli impiegati. «La messa in discussione della quinta settimana di ferie nella normativa di parificazione operai/impiegati – spiega Ariel Hassan, giovane neosegretario della Uilm varesina, per anni nello staff della segreteria nazionale -è inaccettabile. Oggi, ci sono lavoratori che se anche non si sporcano le mani di grasso, vivono una condizione molto simile a quella degli operai. Provate a pensare a chi lavora in un call center. Che cosa è, se non una catena di montaggio delle parole. Non sarà uno stress fisico, ma quello mentale è sicuramente grande».
Federmeccanica propone di diminuire le giornate di ferie che maturano gli impiegati dopo 18 ani di anzianità. «Ciò significa – conclude Hassan – introdurre una spaccatura tra i lavoratori. Un livellamento verso il basso non ha senso e non serve a nessuno».
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