Voigt fa festa e ricorda Basso: «Lo cercavo ai lati della strada»

L'ex gregario di Ivan non dimentica il passato e racconta il proprio successo: «Il d.s. temeva che fossi partito troppo presto». Contador promuove il Giro: «Percorso duro, adatto a Bettini e Freire»

Un tedesco trionfa a Varese. Dopo la volata vincente di Greipel a Locarno, la Germania fa doppietta grazie al successo del quasi trentasettenne Jens Voigt, fra i corridori più esperti di questo Giro d’Italia. Passato professionista nel ’97, il corridore della Csc può vantare cinquantanove vittorie in oltre dieci anni di carriera ad altissimi livelli: Giro di Germania 2006 e 2007, Giro del Mediterraneo 2005, due tappe al Tour de France e, da oggi, due frazioni anche al Giro d’Italia. Il teutonico però ha saputo anche essere un ottimo gregario, come dimostrano i fatti del Tour 2004, quando l’ex compagno di Ivan Basso fu criticato aspramente dai propri connazionali per aver aiutato il corridore di Cassano “a discapito” dell’idolo (a quei tempi) tedesco Ian Ullrich. Il successo di Voigt a Varese sembra davvero un segno del destino, e l’alfiere della Csc dimostra di non essersi dimenticato del suo vecchio capitano: «Sapevo che Ivan abita qua, e a dir la verità ogni tanto guardavo ai lati della strada per vedere se c’era. Dovevo però concentrarmi sulla tappa, perché questa era l’ultima chance per vincere prima di arrivare a Milano».

Una tappa breve ma difficile, sotto la pioggia, lungo un percorso mai piatto. Il vincitore di oggi ci racconta così la sua giornata trionfale: «Quando sono andato in fuga e ho visto chi c’era con me mi sono sentito un po’ piccolo . Bettini, Visconti, Bennati, Bosisio: tutti hanno fatto benissimo in questo giro, chi vincendo qualche tappa, chi indossando la maglia rosa, chi andando spesso in fuga. Ho cercato comunque di non perdere morale e a un certo punto ho deciso di andarmene, anche perché sapevo bene che se fossimo arrivati in volata non avrei mai vinto e nonostante il mio direttore sportivo mi consigliasse di aspettare un po’. Per fortuna è andato tutto bene». Un successo meritato e giunto dopo averci provato già altre volte in questo Giro: «Oggi il gruppo dei fuggitivi era sì ben assortito, ma senza un superfavorito. Quando mi sono trovato in fuga con Sella sapevo di non avere chance, stavolta era diverso: l’assenza di una grande salita nel finale ha permesso che ci potessi provare anch’io».

Se un corridore sta già festeggiando, ce n’è un altro che potrebbe farlo fra pochi giorni. Il suo nome è Alberto Contador, maglia rosa e maggior indiziato per la vittoria finale al Giro 2008. Lo spagnolo dell’Astana è atteso da due giorni terribili, tappe di montagna che lo costringeranno a guardarsi bene dagli attacchi degli avversari: «Le salite non mi spaventano perché sono il mio terreno. Tutti cercheranno di fare la differenza, Simoni in primis, ma io cercherò di rimanere concentrato. Mi piacerebbe correre d’attacco, però con la preparazione che mi ritrovo non saprei dire: se ne avrò la possibilità cercherò di fare qualcosa, studiando bene la situazione anche coi miei compagni di squadra». La carovana rosa quest’oggi ha anche testato il percorso mondiale, da più parti ritenuto piuttosto impegnativo. Contador è dello stesso parere: «Sarà un mondiale molto duro: il circuito ha tante curve e le salite si faranno sentire dopo tutti quei chilometri. Il percorso però è adatto a gente come Bettini e Freire, non certo a me». L’alfiere dell’Astana poi, che potrebbe riportare la maglia rosa in Spagna dopo quindici anni esatti, vuole spendere una parola sul pubblico italiano, sempre molto affettuoso con lui: «Sono davvero contento: i tifosi si comportano come se fossi italiano ed anche durante la tappa di oggi ho sentito pronunciare diverse volte il mio nome. Sono felice di essere al Giro, un po’ perché non era in programma, un po’ perchè il pubblico italiano mi sta aiutando a conservare questa maglia».

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Pubblicato il 29 Maggio 2008
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