“Anche noi abbiamo imparato da Pontiggia”
La concorrenza sul territorio, la sfida di una libreria con un secolo di storia, il mercato globalizzato. Vendere libri anche per Feltrinelli non è facile
Roberto Ceresini , direttore in prestito da Parma della nuova Libreria Feltrinelli di Varese, è raggiante. Dopo il lifting durato tre mesi, l’ex premiata ditta Pontiggia si risveglia con la Effe stampigliata in tuti i suoi 630 metri quadrati. «Un grande successo questo debutto, si vede che in città c’era molta attesa. Abbiamo potenziato il settore della musica e il settore storico. Abbiamo già un calendario di eventi. Insomma, un bel lavoro. Poi, a Inge è piaciuta moltissimo».
(foto, da sinistra: Roberto Ceresini, direttore della nuova libreria Feltrinelli, dà il benvenuto al sindaco Attilio Fontana)
La nuova tendenza del gruppo vendita Feltrinelli è valorizzare librerie storiche nelle città. Era già accaduto a Perugia, con l’acquisizione della Simonelli, e a Pavia, con la libreria Civetta. «Per noi Pontiggia era una bella sfida, perché diversa dalle altre – dice Luca Domeniconi, direttore delle Librerie Feltrinelli , quello che si definisce l’uomo macchina -. Qui c’è una storia di oltre un secolo, una forte identità con il territorio, uno spazio di oltre seicento metri quadrati e Pontiggia che continuava a gestirla. A Perugia era chiusa da tre anni ed era più piccola, mentre a Pavia non c’era tutto questo carico di storia».
La nuova libreria conta tra i suoi scaffali circa 41 mila titoli: è stato potenziato il settore della letteratura, passato da 4 mila a 15 mila titoli, è stata data più dignità al tascabile, ridimensionata la saggistica, che oggi vende molto in internet, e aperto uno spazio dedicato alla storia, all’arte illustrata, alla musica e alla psicologia.
In questi mesi di chiusura il personale della ex libreria Pontiggia è andato "in trasferta" a Milano per imparare il metodo Feltrinelli. «Abbiamo imparato molto anche noi da loro – continua Domeniconi -. Ho trovato un personale di grande spessore e professionalità. Abbiamo, infatti, mantenuto il settore della cartoleria e delle penne prestigiose perché qui era curato molto bene».
Vendere libri non è semplice e librai non ci si inventa. A Varese la concorrenza per Feltrinelli è rappresentata dalla Libreria del Corso, piccola ma agguerrita, con un personale preparato che conosce bene quello che c’è sugli scaffali. «Sono bravi librai, tanto che abbiamo tentato di portar via qualcuno di loro – conclude sorridendo Domeniconi -. Il nostro lavoro si basa proprio sulla conoscenza dei libri che è anche il motivo del successo di alcuni titoli. Ecco perché i librai delle Feltrinelli sono principalmente una rete informale di lettori. Uno legge un libro e lo consiglia al collega. Oggi non basta più fare una presentazione per poter lanciare un libro, occorre anche il passaparola, il passaggio punto per punto di informazioni. Il successo di vendite di un libro è un’alchimia strana, ma sempre più spesso quella formula passa dalla sensibilità del libraio che deve essere un buon lettore. Noi in questo momento stiamo puntando su un libro "La libertà è come un passero blu", pubblicato da Marcos y Marcos».
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