Il decreto Gelmini diventa legge, ecco le novità

Con 302 voti a favore passa alla Camera il testo che introduce diverse novità per gli atenei italiani

302 voti a favore, 228 contrari e 2 astenuti. È arrivato oggi, dalla Camera dei Deputati, il via libera che farà diventare legge il decreto Gelmini sull’università. Il testo del provvedimento (decreto-legge 10 novembre 2008, numero 180) contiene le modifiche apportate dal Senato lo scorso 28 novembre e introduce diverse novità nel sistema degli atenei italiani.

I principi in sintesi – “Trasparenza nei concorsi, stop alle baronie, più spazio ai giovani, premi alle università più virtuose” sono gli obiettivi che il decreto vorrebbe raggiungere, partendo dall’esame dei conti degli atenei. Solo quelli più virtuosi saranno infatti avantaggiati dalle nuove norme.

Bilanci virtuosi – Punto di partenza per l’esame dei bilanci è il Fondo di finanziamento ordinario, vale a dire la quota principale della parte attiva del bilancio delle università e che è seguita dalle somme pagate dagli studenti sotto forma di tasse e contributi. Nel dettaglio, le università che spendono più del 90 per cento del loro fondo in stipendi non potranno bandire nuovi concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Soltanto gli atenei virtuosi potranno inoltre ricevere finanziamenti. Il 7% del Fondo del Finanziamento Ordinario e del

qualità, efficacia ed efficienza delle sedi didattiche migliori. Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). “La norma – spiega il Ministero – pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune università (soprattutto nel rapporto entrate-uscite)". 

Trasparenza nei concorsiAltre novità riguardano il reclutamento di docenti e ricercatori. Le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accadeva fino ad ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. L’obiettivo di questa norma è quello di evitare il rischio di predeterminare l’esito dei concorsi e di incoraggiare un più ampio numero di candidati a partecipare. In attesa di un riordino organico del sistema di reclutamento dei ricercatori universitari le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso saranno composte da 1 professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale.

 

Blocco del turn over – Il blocco del turn over (a quota 20% nelle altre amministrazioni) viene elevato al 50% con l’obiettivo di favorire l’assunzione dei giovani ricercatori. Delle possibili assunzioni presso le Università, almeno il 60% dovrà esser riservato ai nuovi ricercatori. I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi al momento dell’entrata in vigore della Finanziaria sono esclusi dal turn over: 2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn over. Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che è entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche. Queste tre iniziative, precisa il ministero, permetteranno di assumere 4000 nuovi ricercatori

 

Studenti meritevoli – Tutti gli studenti aventi diritto avranno la borsa di studio. L’incremento di 135 milioni di euro (stanziato dal Governo) sarà destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. Il Ministero ha stimato 180 mila ragazzi che oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l’esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto già oggi.

Investimenti nelle strutture – 65 milioni di euro saranno finalizzati alla realizzazione di ulteriori 1.700 posti nelle residenze universitarie.

 

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Pubblicato il 08 Gennaio 2009
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