Malpensa, sinistra sul piede di guerra
All'appello di Penati si uniscono Martina e sinistra Democratica
Malpensa: sinistra sul piede di guerra. Dopo l’appello di venerdì 2 gennaio lanciato da Penati, oggi si aggiungono quelli di Martina e della Sinistra Democratica.
Mentre il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati annuncia per la mattina di giovedì 8 gennaio 2008 un “Malpensa Day” a Palazzo Isimbardi, Martina chiede subito una “vertenza” lombarda per diritti di volo e slot.
La mobilitazione è generale. Al tavolo della Provincia si troveranno le organizzazioni sindacali, le organizzazioni dei datori di lavoro di tutti i territori, le associazioni dei consumatori, l’Unione delle Province lombarde e la Sea per – ha detto Penati – «una consultazione e un momento di condivisone delle problematiche relative all’affossamento di Malpensa, nonché per decidere insieme le iniziative opportune affinché si vada nella direzione della liberalizzazione dei diritti di volo per le rotte intercontinentali abbandonate da Alitalia».
E Maurizio Martina, segretario del Pd Lombardia, afferma: «Per garantire una prospettiva di sviluppo a Malpensa dopo le pesanti decisioni della nuova compagnia aerea Cai-Alitalia occorre che le principali istituzioni lombarde e milanesi assumano rapidamente una iniziativa forte nei confronti del Governo. Comuni, Province e Regione chiedano a Palazzo Chigi la sottoscrizione di un accordo con garanzie e tempi rapidi per la riassegnazione degli slot non utilizzati dalla nuova Alitalia e pretendano l’avvio – entro febbraio – dei tavoli per la revisione degli accordi bilaterali sui diritto di volo. A Malpensa vanno date opportunità di sviluppo garantendo libera concorrenza e una sana logica di mercato».
L’accordo commerciale stretto tra CAI e Air France trova invece Sinistra Democratica Varese preoccupata per le implicazioni economiche ed occupazionali negative che si avranno a livello nazionale e locale. «Con questa intesa l’Hub di Malpensa viene definitivamente relegato ad un posto di secondo piano. Il calo di traffico passeggeri, riscontrato in questi mesi per l’abbandono dello scalo da parte di Alitalia, diventa così definitivo mettendo a rischio il posto di lavoro di 1200 persone visto che si passa da una fase congiunturale ad una strutturale poiché Alitalia non viene sostituita da nessun altro vettore. La collettività si accolla tutte le spese dell’operazione economica voluta da Berlusconi e dal suo Governo e cioè i 300 milioni del prestito ponte, tutti i debiti di Alitalia e tutte le spese per gli ammortizzatori sociali. Non si capisce perché Air France non gradita ad aprile, quando si sarebbe accollata tutto il passivo Alitalia, risulta invece un buon alleato ora, quando non deve sborsare un euro per i debiti e non deve garantire nulla a livello occupazionale. Tutto questo a discapito della tedesca Lufthansa che avrebbe garantito quantomeno un trattamento migliore all’aeroporto di Malpensa. Gli unici a guadagnarci sono gli attuali proprietari di CAI che ringraziano il Governo, attualmente in carica, per il buon lavoro svolto per loro e non per l’Italia».
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