Allo Spazio Zero superfici cromatiche indeterminate

Dario Zaffaroni espone nella mostra Twocycles opere storiche e gli ultimi lavori

La percezione visiva del colore nelle sue dinamiche più affascinanti, dalle carte fluorescenti degli anni settanta ai file elettronici di Macintosh, rappresenta per Dario Zaffaroni il centro della sua trentennale ricerca artistica. La mostra TWOCYCLES presso lo Spazio Zero di Gallarate, organizzata da Metamusa arte ed eventi culturali, dal 21 febbraio al 8 marzo, presenta una accurata selezione di opere che bene riassumono gli sviluppi del suo lavoro.
Zaffaroni, con la frequentazione di artisti dell’ambiente dell’avanguardia milanese quali Dadamaino, A. Calderara, G. Colombo, P. Minoli, M. Nigro, G. Spagnulo, J. Tornquist, G. Varisco, sviluppa nei primi anni Settanta, il ciclo delle Cromodinamiche Fluorescenti, opere realizzate con carte industrialmente precolorate e fluorescenti di dieci diverse tonalità. La tendenza Optical di quegli anni è alla base della progettualità di questi lavori, dove la peculiare composizione cromoplastica delle carte, abbinata al cromatismo esaltante del fluorescente, determinano con il muoversi del fruitore una visione optical/cinetica delle opere.
Il suo lavoro lo avvicina a Dadamaino con la quale realizza diversi progetti per lo più volti alla rivisitazione di luoghi esterni e meno convenzionali. Così nel 1970, è assistente di Dadamaino alla manifestazione “Campo Urbano di Como” ove, di sera, depositano sulle acque del molo circa 1000 piastrelle galleggianti fosforescenti creando così delle riflessioni luminose “automotorie”. Sempre con l’artista milanese, su invito del C.N.A.C. – Centre National d’Art Contemporain, presentano il progetto di 20 Environnement lumino-cinétique sur la Place du Châtelet a Parigi, segnalatosi secondo miglior progetto, dopo quello di Christo, su 110 proposti. Nel 1976, Zaffaroni evolve la sua ricerca verso nuove soluzioni cromatiche che nascono dall’esigenza di spostare la creatività verso nuove espressioni più incontrollate e accidentali. Inizia così un nuovo ciclo di lavori Cromo-optical basato sull’iterazione del segno “X” casualmente colorato su un’area prestabilita fino a ricreare una Superficie Cromatica Indeterminata, visualizzando impercettibili schemi grafici dovuti al caso compositivo.
Nel 1998 Zaffaroni, sempre attento all’evoluzione dei mezzi tecnologici, affronta il ciclo dei lavori Cromo-optical con un nuovo linguaggio compositivo. Il segno “X” manuale è sostituito da una campitura cromatica a mosaico “computerizzata” nella quale inserisce un elemento verbale allo scopo di alternare l’indeterminatezza della superficie cromatica con la lettura visivo-concettuale della parola raffigurata. La materializzazione dell’opera avviene stampando il “file” nella dimensione predeterminata con plotter digitale su vari materiali (tela, carta fotografica, plexiglas ecc.). La successiva cancellazione del “file” determina l’unicità e l’irripetibilità dell’opera.
Il percorso espositivo di TWOCYCLES ripercorre il lavoro artistico di Zaffaroni con le opere più rappresentative.
 
TWOCYCLES
Cromodinamiche Fluorescenti
Superfici Cromatiche Indeterminate
Mostra di Dario Zaffaroni
SPAZIO ZERO,
Via Ronchetti, 6 Gallarate VA – Tel./Fax  0331 777472 
Dal 21 febbraio al 8 marzo 2009
Inaugurazione sabato 21 febbraio alle ore 18.00
Orario: da martedì a sabato 16.30-19.00,
domenica 10.00-12.00/16.30-19.00; lunedì chiuso
ingresso libero

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Pubblicato il 20 Febbraio 2009
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