Gam, i tagli nel bilancio preoccupano i lavoratori

La relazione in commissione Cultura ha destato preoccupazione nei dipendenti della Gallerie d'Arte Moderna

Si ritorna a parlare dello statuto della Fondazione che gestirà la nuova Galleria d’Arte Moderna: l’atto normativo che regolerà la vita della nuova istituzione culturale cittadina è fermo da alcuni mesi. E non solo lo statuto: è un po’ tutto il progetto, a dire il vero, a registrare qualche ritardo: «Stiamo portando avanti trattative con la Provincia e la Regione per i finanziamenti» spiega l’assessore alla Cultura Isabella Peroni. Una delle questioni più delicate che emergono è quella del passaggio dei dipendenti dal Comune al nuovo soggetto di diritto privato: la consulenza sul punto specifico è stata affidata all’avvocato Giuseppe Gallo, che ha ricostruito il quadro giuridico della questione, che ha sollevato qualche dubbio e qualche preoccupazione tra gli interessati. I dipendenti del Comune impegnati alla Gam, una volta costituita la Fondazione, passerebbero nella nuova istituzione con significativi cambiamenti nella natura del rapporto di lavoro, nel sistema pensionistico (potranno scegliere tra Inps o Inpdap) , negli orari di lavoro e nei diritti, nelle condizioni di licenziamento. Secondo il consulente, il dipendente non potrebbe neppure rifiutare il trasferimento o, meglio, rischierebbe – con la “dismissione” del ramo dell’Amministrazione in cui era inquadrato e il passaggio di funzioni alla Fondazione- di essere persino licenziato. La legge, quantomeno, non stabilirebbe il diritto del lavoratore ad essere trasferito ad altra mansione conservando l’impiego pubblico. «Non possiamo dare garanzie che la legge non dà» ha confermato l’assessore Isabella Peroni. E tanto meno ci sarebbero garanzie per chi ha contratti a progetto.
 
La relazione non ha certo tranquillizzato gli animi di chi opera nella Galleria, anche alla luce dei ritardi del progetto della nuova Gam (a partire proprio dallo Statuto), dell’impatto della crisi economica e dei finanziamenti azzerati – per ora – dall’attuale ipotesi di bilancio previsionale. Si respira un clima ben diverso da quello di nemmeno un anno fa, quando fu presentato il percorso verso la mostra inaugurale, curata da Philippe Daverio. Alla seduta della commissione hanno partecipato anche alcuni lavoratori, parte del piccolo staff  – una quindicina di persone, compresi i lavoratori a progetto, quasi tutte donne, quasi tutte giovani – che affianca la direttrice della Galleria Emma Zanella. I dipendenti pubblici hanno anche avuto due incontri nel mese di dicembre con l’Assessore Peroni e il consulente, mentre per ora non sono stati ancora incontrati i rappresentanti sindacali. «Ma i sindacati non saranno ignorati» ha assicurato l’Assessore.
 
Il mancato coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori è stata criticata da Cinzia Colombo (La Sinistra): «Perché non è si sono ancora incontrati i sindacati? C’è la volontà di contattare la RSU?» ha chiesto la consigliera, aggiungendo diverse richieste di approfondimento sugli aspetti giuridici sulla futura posizione dei lavoratori. Aldo Lamberti (PD) ha posto invece l’accento sulla sostenibilità economica complessiva del “polo della cultura” costruito – e in costruzione – in questi anni a Gallarate: «i dati dicono che spendiamo ogni anni 7-800 mila Euro. Se Regione Provincia non riescono a dare finanziamenti, i privati non danno soldi, da dove arriveranno le risorse? Stasera abbiamo la certezza delle nostre preoccupazioni: con i problemi attuali come potremo garantire la sostenibilità di questa operazione culturale?». La scelta della Fondazione non è però messa in dubbio dal presidente della commissione, il forzista Alessandro Petrone, che fa riferimento proprio all’esempio positivo della Fondazione Città di Gallarate: «Il successo della Fondazione dei teatri ci impone di proseguire su questa strada, la scelta è incontrovertibile». Anche se, tra le speranze per una futura crescita occupazionale nella Gam e la soddisfazione per la realtà teatrale , qualche dubbio affiora anche nella maggioranza: «mi pongo con una certa preoccupazione la questione della sostenibilità del polo culturale» conclude l’azzurro Giorgio Morosi. Sembrerebbero, a questo punto, le preoccupazioni di quasi tutti. A partire di certo dai dipendenti che da anni si dedicano al progetto artistico-museale nato dall’impegno di Silvio Zanella.

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Pubblicato il 26 Febbraio 2009
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