Il giorno prima della felicità
Il nuovo romanzo di Erri De Luca è un affresco della Napoli del dopoguerra. Protagonista un bambino, poi ragazzo e Don Gaetano. Un racconto fatto di poesia e riflessioni sulla vita
"Non la chiamare gente, sono persone, una per una. Se la chiami gente non fai caso alle persone". Erri De Luca torna alla sua infanzia. Ai ricordi di una Napoli appena uscita dalla guerra. Il suo racconto, che a tratti ricorda Montididio, ha due protagonisti assoluti uniti da sorti simili, entrambi sono orfani. Don Gaetano "adotta" un bambino e lo tira su come può, con una saggezza popolare fatta di tanti piccoli gesti ordinari, ma anche eroici come aver salvato un ebreo dalla sicura morte o aver partecipato alle giornate insurrezionali contro i nazisti. Il piccolo cresce con un vero maestro di vita. Affronta i passaggi importanti della vita.
"Guaglio’, il tempo non è un sacco, magari è un bosco. Se hai conosciuto la foglia, poi riconosci l’albero. Se l’hai vista negli occhi, la ritroverai. Pure se è passato un bosco di tempo". Don Gaetano fa da padre, da amico, da maestro, da guida. E lo fa alla Erri De Luca. Duro e dolce, intenso e profondo, semplice e diretto.
Il libro che esce è un affresco di Napoli ( che "è una città spagnola e sta in Italia per sbaglio") e di vita, con lo sfondo storico della fatica, della miseria economica, ma anche del profondo riscatto che ogni uomo può compiere anche di fronte a drammi terribili.
Il giorno prima della felicità si legge tutto d’un fiato e lascia quel sapore agro dolce che De Luca ci sta insegnando passo dopo passo a riconoscere con il suo stile ineguagliabile.
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