“Non ho mai torto un pelo a un cane”

Il proprietraio del canile dove c'era l'allevamento della Malcollina, sequestrato dalla magistratura, risponde alle accuse. L'attività era intestata alla moglie ungherese che se ne è andata da tempo. «Erano la mia passione, ma non posso andare avanti»

Sembra uscito da un romanzo di Andrea Camilleri. «Un povirazzo», appunto. Lui dice di amare i cani e di aver fatto tutto il possibile per trattarli bene. Non abbastanza, secondo il magistrato che ha posto sotto sequestro i 144 cuccioli dell’allevamento della Malcollina di Gornate Olona, e contestato al proprietario, Marco Grobberio, tre capi d’accusa molto pesanti: maltrattamento di animali, importazione clandestina e professione abusiva della professione veterinaria.

Signor Grobberio, iniziamo dalle contestazioni che non sono proprio leggere. Che cosa ha da dire?

«Allora, chiunque di noi puo’ andare in Ungheria comprare fino a 5 cani e poi regalarli, non puo’ però commerciarli.  I miei cuccioli avevano tutti i documenti in regola, erano quasi tutte femmine, le future fattrici del mio allevamento. Avevo chiesto anche le regolari autorizzazioni per l’importazione».
E per l’esercizio abusivo della professione veterinaria?
«Hanno trovato un bisturi sporco di sangue e probabilmente hanno pensato che io lo usassi per cambiare i microchip ungheresi con quelli italiani. Il bisturi era del mio veterinario che era venuto qui in allevamento a suturare una ferita ad un cane che era stato azzannato. Io non ho mai sostituito alcun microchip, è un lavoro che spetta ai veterinari dell’asl».
Questa struttura è abusiva?
«No, io pago regolare affitto, di svariate migliaia di euro. Ero in attesa dell’autorizzazione per l’esercizio dell’impresa agricola, che a causa della burocrazia ritarda. Quindi di irregolare c’erano solo i box dei cani e non l’intera struttura che esiste dal 1960. I cani sono da sempre una mia passione, qui mi conoscono tutti. Le visite dei veterinari dell’asl erano costanti e continue, io ho tutte le documentazioni che ho dato al mio avvocato».
Quando è stata l’ultima visita dell’autorità veterinaria?
«Il verbale è del 29 gennaio scorso. Il magistrato inizialmente ha dato a me la custodia dei cani sequestrati e io, finché ce l’ho fatta, li ho accuditi. Ma non potendo più contare su questo allevamento, non potevo dedicare tutto il tempo alla gestione dei cani in quanto dovevo lavorare per mantenermi e mantenerli, costano oltre 200 euro al giorno, ho dato fondo a tutti i miei averi. L’ho scritto anche su quel verbale. Ecco perché quando l’Enpa (Ente nazionale protezione animali ndr) è arrivato qui c’era molto da fare. Io non li ho mai maltrattati i cani».
L’allevamento della Malcollina è intestato a sua moglie che è ungherese. È una coincidenza?
«Innanzitutto mia moglie se ne è andata da tempo. Come spiegavo prima, importare cani non è reato. Io con i miei animali partecipo a concorsi nazionali, i miei pastori tedeschi hanno appena sfilato ai campionati italiani»
Sì, ma il valore di questi cuccioli in Italia è di trenta volte quello di acquisto. Si parla di 800, 1000 euro a cane, mentre voi in Ungheria li pagate non più di 30 euro.
«Guardi, puo’ vederlo con i suoi occhi, io abito qui con loro, non vivo nello sfarzo, non mi sono arricchito. Con un allevamento, tra spese di gestione e veterinario, alla fine porti a casa quanto un operaio, forse anche meno».
In teoria se la riconoscono innocente lei potrebbe richiedere indietro i suoi cani. Lo farà?
«Ma no, cosa vuole, dopo tre, quattro anni hanno perso il loro valore di mercato. E poi come si fa a toglierli alle famiglie adottive, ai bambini. Hanno già un nome e una storia».
Cosa farà adesso?
«Ho trovato un altro lavoro»
Come allevatore?
«No, come lattoniere».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Febbraio 2009
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