Tiziano Terzani erede di Gandhi?
Su Radio Missione Francescana giovedì 26 febbraio e 5 marzo dalle 11.10
L’11 settembre 2001, l’attacco alle Twin Towers a cui tutti, attraverso la televisione, abbiamo assistito, ha rappresentato una svolta epocale suggerendo all’uomo di ripensare a sé stesso, alla sua cultura, al suo modo di intendere l’Altro, lo straniero.
Il grande giornalista Tiziano Terzani, corrispondente di guerra per 30 dall’Asia, scomparso nell’estate del 2004, ci ha lasciato un monito indicandoci la non violenza come l’unica chance che l’umanità ha di sopravvivere.
Qual è il modo di intendere la non violenza e il digiuno di Tiziano Terzani? Si tratta semplicemente di rifiutare le armi e di rifiutare di nutrirsi? Certamente, la risposta è più complessa e per comprenderlo a fondo, vale al pena dedicare qualche riflessione.
Psiche e Dintorni, in onda il giovedì dalle 11.10 su Radio Missione Francescana e condotta da Silvano De Prospo, dedicherà due puntate al giornalista scomparso, il 26 febbraio e il 5 marzo cercando, insieme a Gloria Germani (autrice del libro “Tiziano Terzani: la rivoluzione dentro di noi” edito da Longanesi), di interpretarne alcune linee fondamentali del suo pensiero. Abbiamo rivolto qualche domanda al conduttore Silvano De Prospo.
Qual è il motivo per cui dedicherà due puntate a Tiziano Terzani?
Alcune linee del suo pensiero, egregiamente illustrate nel libro di Gloria Germani, portano a pensare Terzani come un erede del pensiero di Gandhi. La profonda conoscenza del mondo e della cultura orientale che gli è derivata dall’essere corrispondente di guerra in Asia, e il suo acuto sguardo indagatore della società occidentale, lo hanno ispirato ad un profondo richiamo alla non violenza e a ‘digiunare’ psicologicamente dalle inutilità della società consumistica contemporanea, dal superfluo, che costituiscono forse alcune delle grandi ragioni che ci portano ad una mancanza di rispetto per il più debole e per il diverso da noi. Così, in nome del progresso, siamo andati a colonizzare paesi lontani distruggendo culture millenarie. Abbiamo cercato di limitarci a sole due puntate nella speranza di tracciare almeno le linee principali del suo pensiero.
Perché Terzani parla di rivoluzione dentro di noi?
Per varie ragioni storiche e culturali, l’uomo occidentale è portato a seguire dei canoni di pensiero che, se gli hanno fatto guadagnare terreno nel campo delle scienze esatte, gli hanno fatto perdere per strada sia la dimensione interiore che la visione del tutto. Una volta esplorato il mondo fuori di noi, attraverso la scienza, dobbiamo rivolgerci al mondo dentro di noi e scoprire quella dimensione che c’è e che è quella dello spirito. La vita delle città, invece, e la nostra frenesia, ci hanno allontanato dalla percezione del tutto. Se possiamo cambiare veramente qualcosa è dentro di noi che possiamo farlo.
Com’è possibile allora cambiare noi stessi?
Terzani richiama l’attenzione sullo spogliarci del superfluo, di quei bisogni che la società consumistica e della moda, ci indica come fondamentali e senza i quali, invece, possiamo vivere benissimo. Ciò costituisce una particolare forma di digiuno per liberarci da catene e lacci invisibili che finiscono per renderci più schiavi di quanto crediamo: se non possediamo il superfluo origina in noi un senso di insoddisfazione e di infelicità.
Cosa deve superare l’uomo per effettuare questa rivoluzione interiore?
L’esperienza del tumore che lo ha portato alla morte, ha aperto a Terzani una nuova dimensione e gli ha suggerito, così come il pensiero orientale insegna, che l’uomo è governato dai molti volti della paura, da cui ha origine l’aggressività. E la paura più profonda che l’uomo ha, paura da cui non riesce a guarire, è la morte. Questa è l’ultima barriera che l’uomo deve superare.
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