Una nuova sala per l’elettrofisiologia
Con una spesa di 200 mila euro, è stata rifatta la sala per l'elettrofisiologia e l'elettrostimolazione all'ospedale di Busto. A disposizione un macchinario che permette la "navigazione" nel cuore
Una sala tutta nuova per l’Elettrofisiologia e l’Elettrostimolazione dell’ospedale di Busto Arsizio. La struttura, facente parte dell’Unità Operativa di Cardiologia diretta dal dott. Marco Onofri, vanta nuovi spazi ristrutturati e ampliati al piano terra del padiglione Polichirurgico ed è collocata vicino all’Emodinamica in un’area riservata alla Cardiologia Interventistica.
L’Elettrofisiologia – branca che si occupa dei problemi causati dalle patologie che incidono sull’attività elettrica del cuore provocando, ad esempio, un’aritmia – ha ora a disposizione una sala completamente rinnovata e dotata di una nuova apparecchiatura che consente di “navigare” nel cuore con sottili cateteri e di ricostruire, grazie a un software, l’anatomia del muscolo cardiaco senza l’uso di raggi x.
Per la riqualificazione degli spazi, caratterizzata anche da un rifacimento degli impianti elettrico, dei gas medicali e di condizionamento, l’Azienda Ospedaliera ha investito circa 200mila euro.
L’attività dell’Elettrofisiologia, diretta dal dott. Ettore Petrucci, si è già insediata nella nuova stanza.
«Con questo intervento – sottolinea il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Pietro Zoia – di fatto è stata potenziata la Cardiologia e prosegue l’ammodernamento del padiglione Polichirurgico, all’interno del quale sono già stati ristrutturati due piani oltre al piano terra dove stanno per terminare i lavori della seconda tranche del Pronto Soccorso».
L’Elettrofisiologia bustocca, attiva dal 2003, effettua ogni anni circa 150 ablazioni per il trattamento elettrico delle aritmie anche per pazienti provenienti dagli altri due ospedali dell’Azienda: quello di Tradate e quello di Saronno. Inoltre, la struttura impianta circa 50 defibrillatori, dispositivi che inviano una scossa elettrica al cuore e vengono inseriti in pazienti a rischio di morte improvvisa, e 150 pace-maker, dispositivi che fanno battere più velocemente il cuore. A questa attività si aggiunge quella ambulatoriale con 50 visite al mese e con 80-90 controlli al mese per pazienti con pace-maker e defibrillatori.
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