Berlusconi esalta il PdL, “partito degli italiani che amano la libertà”

Il discorso del leader rivendica i valori occidentali e liberali del nuovo partito. "Puntiamo al 51%". Ricordato Craxi: "decretò la fine del cosiddetto arco costituzionale". Attacchi al PD e alla sinistra: "opportunista, come l'Armata Rossa a Varsavia e Berlino"

Discorso-fiume di Silvio Berlusconi alla Fiera di Roma per il congresso fondativo del Popolo della Libertà: un’ora e mezza di richiami ai valori fondanti del movimento, attacchi alla sinistra e al PD, applausi a scena aperta. Accolto con entusiasmo, il leader del PdL ha salutato in Umberto Bossi "l’alleato più fedele" ma ringraziato An e le forze fondatrici del partito, in particolare Gianfranco Fini che "antepone gli interessi del Paese a quelli personali". Ricordato anche Pinuccio Tatarella quale, precursore del centrodestra allargato. Berlusconi ha insistito sul carattere del PdL: "il partito degli italiani che amano la libertà".

"Oggi parlerò del presente e della storia, domenica del futuro" ha detto il Cavaliere. L’obiettivo, dichiara, è conquistare il 51% del voto popolare rispetto al 43,2% attuale. Sulla legge elettorale, Berlusconi l’ha lodata come elemento di stabilità e modernità politica che spinto gli italiani a dare fiducia principalmente a due forze: "noi e il Partito Democratico ne portiamo il merito insieme". Le cortesie bipartisan però finiscono qui. Il leader ha richiamato la Carta costituzionale, ribadendo che "la sovranità appartiene al popolo" e prendendo di mira "chi dall’altra parte si nasconde dietro una strumentale difesa della Costituzione, come se fosse sua esclusiva prerogativa, salvo poi cambiarla in peggio". Sui valori, Berlusconi il PdL fa suoi quelli delle democrazie occidentali. La concezione di sinistra dello Stato, invece, "ci allontana dalla libertà, dalla civiltà, dal benessere" ha detto Berlusconi, descrivendola come "un Moloch", la prassi di "riservare il potere ad una oligarchia". 

Berlusconi ha anche ricordato Bettino Craxi, salutando la figlia Stefania seduta in platea. Craxi, ha detto, "ebbe un grande merito: fu il primo a dare pari dignità democratica alla destra", "superando l’idea che la vera Costituzione fosse quella dell’accordo tra democristiani e comunisti, e decretando nei fatti la fine del cosiddetto arco costituzionale". Ancora attacchi, come quello ad una sinistra "risparmiata in modo chirurgico dalle inchieste della magistratura militante", e che "entrò nelle macerie della prima Repubblica come l’Armata Rossa a Varsavia e Berlino, dopo aver opportunisticamente atteso alla frontiera". E mentre la destra va avanti, la sinistra arretra: "sta uscendo di scena e non ha più un volto" afferma. "Sarebbe indispensabile una sinistra riformista, non possiamo farci carico dei loro ritardi, aspetteremo che diventino socialdemocratici". A questo proposito "non si diventa democratici soltanto sostituendo una parola" accusa. "E’ un inganno, che si è ripetuto e si ripeterà spesso" aveva denunciato in un attacco frontale al PD. Quello di Franceschini non è per Berlusconi che "un inutile tentativo di salvare il salvabile". "Il discorso di Veltroni al Lingotto lasciava indifferenti, per una volta ci erano sembrati sinceri, ma era un bluff ed è bastato un attimo a svelarlo". "Basta con i toni da guerra civile della sinistra" chiuderà il Cavaliere.

Qualche cenno anche sulla politica intenzionale. Berlusconi cita Obama («serve l’audacia della speranza») e aspira a tornare a quello che chiama lo "spirito di Pratica di Mare", a quel summit del 2002 che creò il Consiglio Nato-Russia, e "segnò la fine della guerra fredda e dell’incubo atomico". Fra i tanti attacchi portati, anche uno a quell’ambientalismo bollato di "fanatismo ideologico" parlando della posizione assunta in Europa sulle decisioni in materia energetica. "Abbiamo evitato di penalizzare di un 1,5% di Pil le nostre economie. Era assurdo che 500 milioni di persone si gravassero di impegni di fronte a 5,5 miliardi che avrebbero continuato come prima". Insomma, la svolta verde per tutti o per nessuno. Sempre sul piano globale, "basta aiuti a pioggia" invoca il Cavaliere: "piuttosto, realizzazione diretta di infrastrutture e opere sociali con coinvolgimento anche di attori privati". Ultimo successo rivendicato in politica estera, chiusura del contenzioso con la Libia. Alla sinistra di governo si rinfacciano invece "le bandiere calpestate e bruciate di USA e Israele, l’ignobile oltraggio ai manichini di Nassiriya, ricordo che ci indigna, perchè noi siamo fieri dei nostri soldati". Sulla UE, no a "quella dirigista e centralista dei burocrati", sì a storia e valori condivisi per un’Europa "libera, cristiana, occidentale, che pratica e diffonde la libertà nel mondo". Per rafforzarla occorre una riforma "che restituisca agli Stati alcune competenze nazionali e dia l contrario una politica estera e una difesa comuni".

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 27 Marzo 2009
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.