“Con Berlusconi, ma ancora figli di Almirante”

Intervista a Marco Airaghi, una vita passata nella destra. L'ex deputato di An ha un po' di nostalgia ma guarda al futuro. «È stata una scelta di elites ma condivisa dalla quasi totalità dei militanti. Il nostro dovere è conservare i valori della destra all'interno della Pdl».

Militante di destra ai tempi del liceo, dirigente d’azienda, fonda un circolo di An in Valle Olona dopo la svolta di Fiuggi, è onorevole durante il primo governo Berlusconi, ora si occupa di riorganizzazione aziendale nel settore militare. (Foto: a destra Marco Airaghi, accanto Luca Ferrazzi e Rienzo Azzi del Pdl)
Marco Airaghi, che ne pensa del primo giorno della sua vita senza Alleanza nazionale?
«Oggi c’è una lacrimuccia, la componente sentimentale c’è, sicuramente, aldilà della correttezza della scelta fatta, resta il legame con un mondo e un gruppo umano».
 
Voi siete sempre stati una comunità politica, cambierà?
«Porteremo le idee della destra del Pdl, ieri abbiamo consegnato alla storia l’esperienza grande e irripetibile di uomini e donne che per 60 anni hanno difeso l’idea di destra in Italia, abbiamo il dovere di portare il nostro contributo al Pdl, perché tutto questo non sia stato vano, sta a noi».
Nostalgia?
«Beh, c’è da dire che io non sono mai stato iscritto all’Msi. Ho iniziato a fare politica attiva aprendo il circolo Valle Olona, con An, dopo la svolta di Fiuggi. E’ una traiettoria che già aveva iniziato Almirante. Già lui fece il primo passaggio concreto per arrivare qui, la scelta di ieri in fondo è stata conseguente»
 
Voi siete stati un partito vecchia maniera, Forza Italia no: vi ritenete più maturi?
«Noi abbiamo un forte spessore storico e politico, non ci sentiamo superiori, questo no, ma sicuramente abbiamo una linearità di ideali, imperniati su una forte connotazione partitica. Abbiamo una rigida organizzazione e formazione di partito, e con la sistematica abitudine a partecipare, questo lo dobbiamo portare nel Pdl. Lo vogliamo di popolo e partecipato».
 
Il vostro leader è Berlusconi?
«La sua leadership è nei fatti»
 
Bossi ha detto che non gli piacciono le fusioni fatte dai capi, perché i partiti sono dei militanti.
«Condivido al cento per cento le parole di Bossi. Pur sapendo, che le rivoluzioni le fanno le elites».
 
La vostra è stata una scelta di elites?
«Sì, è stata una scelta di elites ma condivisa dalla quasi totalità dei militanti».
 
Cosa vi siete detti in sezione?
«Ci siamo detti quello che dicevo prima, e cioè che abbiamo un dovere: conservare i valori della destra nel Pdl».
 
Vi sentite ancora politicamente figli di Almirante?
«Certo, sentiamo la continuità storica dell’opera di Almirante».
 
C’è una curiosità, An si è sciolta domenica, il Pdl nasce il 27, non c’è una destra consistente in Italia per una settimana.
«An in realtà esiste ancora, confluisce nella fondazione Farefuturo, che diventa proprietaria del marchio».
 
Fini, che immagine hanno i militanti di lui?
«Su Gianfranco Fini, la base ha un’idea controversa, la forza di alcune svolte sono state spesso difficilmente assimilate, io credo comunque che sia ancora riconosciuto come il leader della destra, anche se temporaneamente in sonno, in quanto presidente della camera. Ma i militanti riconoscono benissimo anche la leadership di Berlusconi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Marzo 2009
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