Crisi: le difficoltà varesine messe sul Tavolo
Il primo tavolo di concertazione sulal Crisi, organizzato in provincia con parti sociali e istituzioni, ha evidenziato i problemi e posto qualche ipotesi di soluzione. Ma la strada è ancora lunga
Accesso difficile al credito, esplosione della cassa integrazione, necessità di un intervento della politica: ha evidenziato più problemi che soluzioni il primo tavolo di concertazione provinciale sulla Crisi. Un tavolo tra le principali associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e le Istituzioni (per la provincia era presente il presidente, Dario Galli, per la camera di Commercio il presidente Bruno Amoroso) dove sono stati squadernati dati del territorio e proposte: con la richiesta esplicita, ai rappresentanti dell’ente provinciale, di fare da tramite con la politica nazionale e coordinatore delle proposte locali.
«Al tavolo si è fatto innanzitutto l’esame della situazione, ed è emersa un po’ da tutti la richiesta alla Provincia di fare coordinamento di tutto ciò che è possibile coordinare» Spiega Gianni Mazzoleni, direttore di CNA Varese, al tavolo per la sua associazione « Da noi sono coinvolte nella cassa integrazione 38 imprese, di cui 20 nella meccanica, per un totale di 290 dipendenti: una situazione per noi del tutto inusuale».
Una situazione che fa il paio con ciò che è stato segnalato da Api, che ha in cassa integrazione 180 aziende su 900 associate. E che è stata riassunta, per quel che riguarda tutto il comparto delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane, dai dati dell’Associazione Artigiani: «Tra cassa integrazione in deroga e contratti gestiti attraverso gli enti bilaterali, nei primi due mesi e mezzo sono stati chiesti dalle piccole aziende varesine e quelle artigiane – quelle cioè che non possono chiedere la cassa integrazione ordinaria- strumenti di sostegno al reddito per 450 dipendenti al mese. Al 15 marzo le attivazioni Elba (l’ente bilaterale dell’artigianato) hanno superato ampiamente le attivazioni dell’intero anno 2008, le aziende invece che hanno chiesto la cassa integrazione in deroga sono state, alla stessa data, 60 contro le 73 del 2008» spiega Giulio di Martino, dell‘Associazione artigiani, che ha presentato questi dati al tavolo.
«Comprese le aziende più grandi, significa parlare di circa 16mila lavoratori coinvolti – spiega Franco Stasi, segretario provinciale Cgil – Per questo noi abbiamo chiesto da tempo questo tavolo di confronto, e abbiamo presentato molte proposte, partendo da ciò che abbiamo già fatto. Come ad esempio l’accordo con le banche per anticipare la cassa integrazione che Inps ritarda a erogare ai lavoratori: un ritardo che continua ad aumentare, per cui abbiamo chiesto di intervenire anche alla Provincia. E abbiamo chiesto a Galli anche di monitorare l’accesso al credito e premere politicamente per iniziative che aiutino chi, come i cassintegrati, sentono per primi l’effetto della crisi. Iniziative sia statali – come le ammortizzazioni fiscali in busta paga – che comunali, come lo “sconto” sulle rette scolastiche e sui trasporti ai cassintegrati».
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