Dipendenti dell’ospedale in stato di agitazione
RdB cub e SdL intercategoriale hanno attivato le procedure per la conciliazione con la prefettura per ottenere i fondi delle risorse aggiuntive regionali 2008, che l'azienda ospedaliera non ha distribuito
RdB cub e il Sindacato dei lavoratori Sdl Alto Milanese dichiarano lo stato di agitazione del personale dell’ospedale di Legnano per l’attivazione delle procedure di raffreddamento e conciliazione, riservandosi la proclamazione dello sciopero, affinché l’Amministrazione, attraverso gli uffici preposti, saldi in tempi brevi le quote relative alle Risorse Aggiuntive Regionali 2008, come previsto dalla legge. In particolare i sindacati denunciano che, nelle competenze del mese di giugno 2008, ai dipendenti è stata erogata una quota d’acconto pari a circa il 50% di quanto stabilito “nell’intesa su risorse aggiuntive regionali 2008 per il personale del comparto sanità pubblica” datata 04.12.2007 a seguito di una successiva intesa regionale datata 28.05.2008 e di faticose, quanto estenuanti trattative tra l’Azienda e le parti sindacali (RSU e O.O.S.S. firmatarie di contratto).
Secondo i sindacati la parte aziendale «non si è attenuta al dettato dell’intesa che prevedeva: “ per il raggiungimento dei progetti aziendali risulta fondamentale un’iniziativa esplicita e costante di coinvolgimento di tutto il personale, attraverso momenti generali e settoriali di presentazione, di verifica intermedia e finale, anche attraverso le norme previste dai CCNL sul sistema delle relazioni sindacali”, si ritiene appropriato saldare le quote RAR, affinché i dipendenti non siano penalizzati economicamente per mancato raggiungimento dei progetti dei quali non sono stati coinvolti e che non sono stati oggetto di diffusione capillare». Secondo Fausto Sartorato della sigla SdL intercategoriale dell’Alto Milanese «Ancora una volta ci troviamo di fronte un’amministrazione sorda e cieca ai problemi dei lavorotori, in quaesto caso si tratta del saldo delle risorse aggiuntive regionali da distribuire ai lavoratori, cosa puntualmente non fatta dalla direzione sanitaria. La crisi non la devono pagare i lavoratori».
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