Farioli: “La maggioranza si assuma le sue responsabilità”
Così il sindaco dopo l'annuncio di voler lasciare. Il confronto con esponenti del Carroccio in mattinata. "Un fulmine a ciel sereno" le dimissioni del sindaco per i segretario cittadino di Forza Italia
La mattina dopo il patatrac, a Palazzo Gilardoni si cerca di ricucire. Gigi Farioli è tornato nel suo studio di sindaco e ha atteso che la Lega andasse a Canossa, come puntualmente è avvenuto, con una piccola delegazione guidata dal vicesindaco Giampiero Reguzzoni. Uscendo, quest’ultimo si è limitato a spiegare brevemente la posizione del partito: quelle di Raimondi erano dichiarazioni personali, quindi non rappresentative della posizioni del Carroccio che comunque il bilancio l’ha votato.
Al termine, il sindaco, apparso disteso e di buon umore, ha rilasciato ulteriori dichiarazioni a Varesenews. «Abbiamo fatto una chiacchierata» minimizza il sindaco, «e ho confermato la necessità di un’assunzione di responsabilità da parte di tutta la maggioranza. Personalismi e provocazioni sono quanto di più lontano possibile dal mio stile e da quello di questa amministrazione, nonchè dallo spirito di questa maggioranza. Ho posto un problema di rispetto, e chiesto a tutte le forze del centrodestra se vogliono perseguire i progetti ambiziosi che ci siamo preposti oppure perdersi. La mia non è una posizione da Masaniello o da "podestà" che chiede il confronto diretto con il popolo» precisa Farioli, «chiedo solo coerenza con i metodi della PdL e della Lega che conosco». Quella che non conosceva, l’ha conosciuta ieri sera. «Basta anche con le assenze» chiosa il sindaco. «Preferisco un dissenso motivato che ipocrite obbedienze di partito. Se c’è qualcuno che ha legittime ambizioni di potere» dichiara Farioli a chi ha orecchie per intendere «non le faccia passare attraverso questi messaggi». Ora bisognerà trovare un punto d’incontro, continua il primo cittadino, perchè una crisi «non è nelle aspettative» dei cittadini. Ma le parole conclusive sono di fiducia e sembrano rasserenare il clima: «Credo nella Lega come forza innovatrice e portatrice di interessi del Nord, e ancor più fortemente nel PdL». Le dimissioni per ora non vengono formalmente ritirate, nè condotte alle estreme conseguenze: dovrà essere la maggioranza, insomma, a farle rientrare.
Antonio Raimondi, il consigliere leghista uscito ieri sera dal suo silenzio per attaccare duramente l’attuale amministrazione, ha ribadito di aver parlato a titolo personale, non per il partito. Viene da chiedersi a questo punto quale partito: si vocifera di una polarizzazione interna alla Lega bustocca fra due "anime" vicine rispettivamente all’ex sindaco Gianfranco Tosi, ieri assente, e a Maria Paola Reguzzoni, l’amministratice di Agesp Servizi. La seconda era dal sindaco stamattina, il primo sarebbe a Roma per impegni. Il segretario cittadino del Carroccio Giuseppe Gorini smentisce con decisione qualsiasi ipotesi di divisioni: «No, assolutamente no. La dichiarazione di Raimondi è stata certamente personale: il problema è una singola persona, non il partito. Stasera terremo una riunione di direttivo, bisogna capire, solo dopo si potrà parlare».
Per Forza Italia il segretario cittadino Achille Broggi parla di «un fulmine a ciel sereno». Per Broggi «l’amministrazione di sforzi ne ha fatti e parecchi, spiace che Raimondi dica che non si è fatto niente. Sono due anni che si corre dietro ai problemi lasciati dai monocolori (targati Lega e Gianfranco Tosi, ndr). Non è affatto impensabile che sia una dichiarazione spontanea e personale: Raimondi parla per la prima volta… e fa danni». Che però nessuno si sia dissociato in aula è un fatto: nè Ruffinelli nè Pinciroli, e nemmeno il presidente Speroni hanno fiatato. A richiamare questo aspetto è Luca Rossi, segretario cittadino di An. «Allucinante, resto come al solito senza parole» commenta senza mezzi termini. «Sia per quel che ha detto Raimondi, disconoscendo l’operatività di due anni e mezzo di amministrazione, ma anche per le dimissioni annunciate dal sindaco, che avrebbe fatto meglio a contare fino a dieci. Noi come partito la responsabilità l’abbiamo sempre dimostrata: non abbiamo cercato facili slogan nemmeno sulla questione stadio, a differenza di altri».
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