Fu ucciso in azione, un libro per il maresciallo D’Immé
Il sottuficiale dei carabineiri morì in un conflitto a fuoco a Locate Varesino nel 1996, mentre indagava su una banda di rapinatori attiva anche nel Varesotto. L'amico e collega Cataldo Pantaleo, oggi capitano dell'Arma a Desio, lo ricorda in un libro scritto a quattro mani con il giornalista Mirco Maggi
Il capitano dei Carabinieri di Desio, Cataldo Pantaleo, oggi a Busto Arsizio per l’arresto di due funzionari di dogana portato a termine da uomini della sua compagnia, è coautore di un libro recentemente dato alle stampe che riguarda un delitto del 1996, i cui risvolti toccarono anche la nostra provincia. Si tratta di Nome in codice, Ombra, edito da Laurus Robuffo (http://www.laurusrobuffo.it), 256 dense pagine scritte a quattro mani con il giornalista e scrittore Mirco Maggi, corrispondente Ansa ed esperto di cronaca nera. Il volume è stato presentato lo scorso dicembre al Circolo della stampa: vuole ricordare la figura del maresciallo Sebastiano "Nello" d’Immé, collega di Pantaleo all’epoca in cui questi, a sua volta maresciallo, serviva presso il reparto operativo dei carabinieri di Como. D’Immè cadde durante un conflitto a fuoco a Locate Varesino, a due passi da Tradate, nel luglio del 1996, mentre stava indagando su una agguerrita banda di rapinatori che in quel periodo terrorizzava con i suoi colpi mezzo Norditalia e in particolare l’alta Lombardia, inclusi Varesotto e Saronnese. E proprio a Locate risiedeva uno dei banditi ricercati: il fatto all’epoca ebbe larga risonanza. Il cuore del maresciallo D’Immè, medaglia d’oro alla memoria al valor militare, fu donato, come altri organi, e ridiede vita e speranza ad un malato grave. I due responsabili del delitto furono poi rintracciati: uno morì a sua volta in un conflitto a fuoco, l’altro fu condannato all’ergastolo nel processo svolto a Como. A Busto Arsizio si svolse invece un processo contro vari componenti della banda per alcune rapine compiute nel Saronnese.
Romanzo e ricordo di un collega e amico insieme, il volume, che racconta l’ultimo anno di vita di D’Immè, ha una prima parte "romanzata" che ricostruisce le operazioni ed indagini che videro protagonista il maresciallo, classe 1965, nativo di Militello Val di Catania, e una seconda più propriamente dedicata alle tragiche circostanze della sua morte e alle successive indagini che portarono a individuarne i responsbaili e a smantellare la banda, con tanto di documenti, foto, testimonianze di colleghi e parenti. La banda cui D’Immé stava dando la caccia era composta da 10-12 elementi, fra cui anche detenuti in semilibertà; qualche componente risiedeva nel Varesotto.
Pantaleo, che a D’Immè era legata da un’amicizia profonda, al di là del legame professionale tra colleghi, ha voluto collaborare al volume di Maggi anche per lo scopo benefico: parte del ricavato dei 25 euro di ogni copia, infatti, sarà devoluta all’ente (Onomac) che assiste gli orfani dei carabinieri caduti in servizio. Da notare che la prefazione al volume è a cura del Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale Gianfranco Siazzu; l’introduzione è firmata dal Procuratore Aggiunto del Tribunale di Milano Armando Spataro. Entrambi avevano avuto modo di collaborare con D’Immé.
La motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria per il maresciallo D’Immé
Addetto a nucleo operativo di Comando Provinciale, nel corso di predisposto servizio antirapina svolto unitamente a parigrado, intercettava due pericolosi pregiudicati
a bordo di un’autovettura di provenienza furtiva.
Percependo che gli stessi, avvedutisi di essere stati individuati, potessero sottrarsi al successivo controllo già predisposto con il concorso di personale di rinforzo, non esitava ad affrontare i malviventi, venendo però fatto segno a violenta azione di fuoco.
Benché colpito in più parti del corpo, con eccezionale coraggio e non comune determinazione, replicava con l’arma in dotazione finché si accasciava esanime al suolo.
Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere, spinto fino all’estremo sacrificio.
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