Gli studenti scrivono favole per i bimbi della pediatria
Dalla fantasia dei ragazzi degli istituti Curie di Tradate e Crespi a Busto sono state create le fiabe che verranno lette ai piccoli malati
Favole della buona notte in Pediatria. Nel reparto diretto dal dott. Roberto Giorgetti per due volte alla settimana le storie di principi e principesse, maghi e folletti, fatine e orchi accompagneranno le serate dei piccoli ricoverati e dei loro genitori grazie al progetto “Sogni Fiabeschi”, messo a punto dalla caposala Manuela Vismara e dalla pedagogista clinica Vera Colombo. A raccontare le favole della buona notte saranno i Pionieri della Croce Rossa di Busto Arsizio che, dopo un breve periodo di sperimentazione, si prodigheranno da stasera per allietare pazienti e parenti e rendere meno difficile il periodo di degenza.
Il repertorio, costituito da una decina di favole, è del tutto originale.
Le fiabe sono infatti state scritte da un gruppo di studenti del Liceo “Marie Curie” di Tradate e del Liceo Classico Linguistico “Daniele Crespi” di Busto Arsizio che stanno effettuando un periodo di stage in ospedale.
«L’obiettivo dell’iniziativa – spiega la pedagogista Clinica Vera Colombo del Comitato Tutela Bambino in Ospedale – è quello di regalare ai piccoli e giovani degenti, non meno che a parenti e genitori, un momento al contempo di distensione e di sostegno e incoraggiamento. Da sempre, infatti, la fiaba ha rappresentato per grandi e piccini l’espressione simbolica dell’esistenza. Nella fiaba ritroviamo la nascita e la morte, il bene e il male, la sconfitta e la vittoria, i peccati ma soprattutto le virtù, quelle che, per intenderci, permettono all’eroe di superare ogni ostacolo e di giungere al traguardo tanto agognato. Spesso accade che il protagonista scopra di possedere poteri e capacità inaspettati. E sono proprio queste potenzialità presenti ma inespresse che si vogliono risvegliare nei ragazzi, utilizzando le enormi risorse offerte dalla fiaba e il valore espressivo dei simboli in essa contenuti Le stimolazioni simboliche proposte nei racconti – aggiunge Vera Colombo – testimoniano forza, coraggio, equilibrio, volontà, energia, stima e fiducia in se stessi, diventando per l’individuo fonte di sicurezza e determinazione. Esattamente ciò che occorre per favorire un miglioramento anche dal punto di vista medico».
Ogni incontro si concluderà con un momento musicale volto a favorire un’esperienza distensiva e rilassante, in preparazione alla nanna. L’utilizzo della musica a chiusura della serata è funzionale, in quanto il suono è in grado di comunicare con molta più immediatezza e chiarezza delle parole e quindi di rafforzare il loro messaggio.
«Quando si afferma che la musica “tocca le corde dell’anima” o “va diritta al cuore”, non si fa altro che esprimere con una metafora quanto dimostrato dalla scienza ovvero che il suono va a colpire direttamente la parte più antica del nostro cervello, quella emotiva. In questa esperienza vengono appunto sfruttate le potenzialità espressive della musica e in particolare il suo poter essere fautrice di benessere emotivo, condizione indispensabile all’individuo per attivare i propri canali recettivi e comunicativi», conclude la pedagogista clinica.
«Questo è un altro esempio – sottolinea il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera – della proficua collaborazione tra ospedale e territorio e l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al progetto».
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