Il PD: “Un sindaco stop-and-go per una città attanagliata dalla crisi”
Il partito democratico commenta la crisi apertasi con le inopinate dimissioni del primo cittadino Gigi Farioli
Un Gigi Farioli sindaco "stop-and-go". Questa la definizione che ne dà Erica D’Adda, segretario cittadino e consigliere comunale del Partito Democratico, incontrando la stampa locale per qualche commento a margine della crisi apertasi con le dimissioni del primo cittadino. Crisi che fin dal primo momento aveva tanto saputo di tempesta in un bicchier d’acqua, un’impressione questa che il PD condivide. «Facciamo finta di non sapere se avremo ancora un sindaco di qui a due settimane» fa D’Adda. «Intanto del bilancio non si è più parlato» lamenta, «è finito sottocoperta, e sono cnvinta che già col cnsuntivo, e poi col prossimo previsionale per il 2010 tireremo conclusioni assai negative». Il PD ha incassato l’approvazione, quasi inopinata, della mozione che ribadiva la centralità della tutela dei minori contro ogni approccio economicistico ai servizi sociali, e un assenso di massima sul social housing (da approfondire però in commissione). Restano tutta una serie di punti oscuri, prima di tutto l’operazione "spalmadebiti" con i derivati compiuta a suo tempo dall’assessore Cattaneo: «Non si mettono a posto le buche nelle stade con i derivati, sui quali presto anche la Corte dei Conti avrà da dire la sua…» Gli stessi revisiori dei conti si sono astenuti dal giudizio per la complessità del problema: resta il fatto che i tassi minimi fissati allora (autunno 2007), dopo la crisi e il tracollo finanziario risultano alti e sono costati circa un milione di euro in potenziali risparmi mancati per le casse comunali.
Sempre in tema di cose complicate, la crisi fra sindaco e Lega «è un cinema» per il PD; che suggerisce di trarne qualche «corto», tanto più visto che il BA Film Festival è imminente e abbiamo un sindaco-attore. «Farioli non poteva non prendere atto delle cose pesanti dette in aula da un alleato senza che nessuno si dissociasse» commenta D’Adda, «la Lega è evidentemente spaccata, i consiglieri non seguono la dirigenza. La quadra si troverà» profetizza il segretario del PD «su posizioni di potere, la Lega reclama molto più spazio, e vuole riprendersi la poltrona del sindaco (oltre alla presidenza di Accam, ndr). È evidente che non ne sortirà nulla di buono, i monocolori leghisti ci avrano dato i Molini Marzoli, ma anche l’acquisto del calzaturificio Borri, i debiti alle stelle, i problemi con la Corte dei Conti» e, aggiunge la collega di consiglio comunale Mariella Pecchini, «un imbarbarimento culturale che spaventa più delle buche nelle stradem, il clima del "padroni a casa nostra" e delle ronde». La politica cittadina stessa è regredita, sostengono dal PD: se in casa democratica il momento non è dei più allegri, il centrodestra bustocco è in ordine sparso. «Qui si decide tutto ad Arcore, la Lega continuerà comunque a mettere in fibrillazione questa giunta. La politica si riduce a una guerra per bande, uno scontro di fazioni, mentrel’amministrazione si mostra incapace di prendere decisioni, ma anche di confrontarsi e dibattere. E Busto patisce la crisi, che per primi abbiamo denunciato: altro che città-leader, retorica e belle parole».
Fra le iniziative annunciate, quella prevista per giovedì 26 marzo prossimo alle ore 21 presso il Museo del Tessile: "Women at Work – occupazione femminile tra crisi e nuove prospettive", appuntamento organizzato dalle Giovani democratiche cui presenzieranno l’europarlamentare on. Patrizia Toia, la prof.ssa Maria Laura di Tommaso, docente di Economia a Torino e l’imprenditrice Diva Caramelli. Maria Chiara Gadda, responsabile provinciale per le Giovani Democratiche, che modererà la serata, ricorda che sono le donne il soggetto deble per eccellenza, le prime a perdere il lavoro di questi tempi, quelle con i contratti più deboli e, a parità di mensioni, le meno pagate. Secondo gli obiettivi UE il tasso di occupazione femminile dovrebbe essere del 60%, «eravamo al 47% prima della crisi». Italia, anno di grazia 2009.
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