La relazione interpersonale, il segreto di una buona scuola

Una lettrice ha seguito il convegno che si è svolto sabato scorso all'istituto Frank. Nella sua relazione i punti nevralgici dibattuti da esperti e docenti

Circa 250, tra docenti, educatori, genitori, giovani e adulti interessati alle problematiche educative, le persone intervenute al convegno «Educare oggi: sfide e speranze», tenutosi sabato 21 marzo all’Istituto Comprensivo “Anna Frank – Varese 5”.
Momento centrale della manifestazione è stata la relazione del prof. Michele De Beni, psicoterapeuta, pedagogista e docente presso le Università di Trento e di Verona.
Il prof. De Beni ha posto l’accento sulla relazione interpersonale come base dell’educazione, non mero strumento didattico, ma sostanza stessa della scuola.
«La stessa etimologia di cogito, da cum-agito, riporta l’educazione a questo pensare come un “pensare insieme”. Non vi è altro modo di insegnare e di imparare il sapere che quello di partecipare nel rapporto umano alla costruzione della verità che viene a verificarsi tra noi».
Ha poi invitato i presenti a dare spazio al vissuto emotivo dell’educando, incoraggiando il ragazzo ad esprimere le sue paure e le sue incertezze, a codificare gli stati d’animo che le hanno determinate. In questa direzione ha sottolineato l’importanza nell’azione educativa di coniugare il pensiero narrativo, cioè il racconto dell’esperienza e il pensiero paradigmatico, cioè il contenuto disciplinare.
Questo aspetto è stato poi ripreso dal prof. Piero Viotto ( nella foto), che nel saluto che ha rivolto ai partecipanti, ha insistito sull’importanza di operare questa sintesi. «Spesso invece ho incontrato docenti solo paradigmatici, che ad esempio conoscevano benissimo la matematica ma non riuscivano a trasmettere le loro conoscenze agli allievi, o solo relazionali, capaci di costruire un rapporto educativo ma non di trasmettere anche delle conoscenze».
 
Le due relazioni sono state accompagnate dalle esperienze educative di due insegnanti, che hanno mostrato come da questo dialogo educativo possano scaturire progetti didattici di rimotivazione degli allievi e portare frutti che vadano al di là dell’esperienza scolastica. Lo ha testimoniato una ex allieva che ha esordito dicendo «io non so spiegarvi fino a che punto l’incontro con un insegnante mi ha completamente stravolto la vita e come sono cambiata».
Momenti artistici si sono alternati alle relazioni: Leopoldo Verona, accompagnato da una ragazza tredicenne, ha eseguito una sua canzone sul tema del donare e gli allievi della scuola si sono esibiti in due brevi intermezzi musicali.
Al termine, il dialogo con i partecipanti, anche questo molto intenso e ricco di spunti e le proposte conclusive, segno che il convegno vuole essere solo l’inizio di un percorso. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Marzo 2009
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