Lavoro nero e clandestini: denunciati due cinesi
Nella ditta "visitata" dopo attente indagini dai carabinieri si trovavano al lavoro a tarda sera sette cinesi, tutti in nero, tra cui un clandestino. Riscontrate plurime violazioni fiscali e in materia di lavoro
Nella notte tra mercoledì 4 e giovedì 5 marzo 2009, nell’ambito di un’attività mirata alla lotta al lavoro nero ed all’immigrazione clandestina, preceduta da una fase di indagini che ha fatto uso di mediante appostamenti e pedinamenti, a seguito di un’ispezione presso un laboratorio artigiano sono state denunciate due persone di origine cinese. L’accesso ispettivo è avvenuto presso una ditta artigiana di confezionamento biancheria e maglieria intima, di proprietà e gestita da cittadini cinesi, sita a Samarate. Nel corso della verifica, iniziata alle undici di sera, all’interno della ditta sono stati trovati intenti a prestare attività lavorativa sette cittadini cinesi, di cui sei donne ed un uomo. Per quest’ultimo, 42enne clandestino sul territorio nazionale, sono state avviate le procedure per l’espulsione oltre ad essere stato denunciato per aver inizialmente declinato false generalità. Le donne sono risultate tutte in regola dal punto di vista dell’immigrazione; viceversa tutti e sette i lavoratori (100%) sono risultati “in nero”.
Sono state molteplici le irregolarità riscontrate, specie con riferimento al mancato rispetto della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale nonché a quella fiscale. Il personale della Direzione Provinciale del Lavoro e del Nucleo Carabinieri per la tutela del Lavoro ha disposto la sospensione dell’attività imprenditoriale, come da art.14 del Decreto Legislativo 81/08, per la presenza di lavoratori in nero in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori occupati. Sono state elevate sanzioni amministrative per un importo di circa 90.000 euro ed evasioni contributive Inps per circa 41.000 euro.
Al titolare e amministratore unico della ditta, un cinese di 48 anni residente nelle Marche, è stata anche contestata la violazione di natura penale della legge Bossi-Fini, per aver assunto alle proprie dipendenze un clandestino, privo quindi di permesso di soggiorno.
All’attività di vigilanza integrata hanno preso parte Ispettori del Lavoro in forza alla Direzione Provinciale del Lavoro di Varese, unitamente ai Militari del Nucleo Carabinieri per la tutela del Lavoro della medesima, Militari del Comando Stazione Carabinieri di Samarate, personale dell’ASL di Cardano al Campo e Funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Il controllo rientrava nell’ambito della più vasta attività di contrasto al lavoro nero e di controllo delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro che vede impegnato il personale ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro di Varese ed i Militari del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Lavoro con il contributo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Varese per gli aspetti di competenza (immigrazione clandestina e sfruttamento della manodopera) rientranti nel “Progetto Sicurezza Varese” presentato lo scorso 2 dicembre in occasione della sigla dei “Patti per la Sicurezza” tra Prefettura e Comuni di Varese, Busto Arsizio e Gallarate al fine di garantire un costante monitoraggio del fenomeno.
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