“Le famiglie bocciano il modello Gelmini”
Le famiglie italiane scelgono il modello di scuola che fino ad ora ha funzionato quello a 30 o 40 ore. Per la Scuola elementare nove famiglie su dieci hanno richiesto i modelli a tempo più lungo
«Le famiglie italiane scelgono il modello di Scuola che fino ad ora ha funzionato quello a 30 o 40 ore, smentendo quanto proposto dal Ministro Gelmini. Nove famiglie su dieci hanno richiesto i modelli a tempo più lungo, bocciando sonoramente il modello Gelmini-Tremonti-Brunetta per la Scuola elementare».
Il coordinamento “Varese per la Scuola pubblica" ha reso noti i dati delle iscrizioni (fonte: ministero dell’Istruzione) alla scuola primaria: le 24 e le 27 ore settimanali in prima elementare, considerato dal ministro il modello di riferimento per il futuro, ha ottenuto soltanto il 10% delle preferenze. La stragrande maggioranza ha optato per il modello attuale a 30 ore settimanali, il 56%, o quello a tempo pieno di 40 ore, il 34%.
Ma in quante famiglie saranno accontentate a Settembre? «Ben poche, se non saranno modificati i criteri del ministero, già comunicati alle scuole, i quali prevedono che per le classi prime l’organico sarà calcolato in base alle 27 ore settimanali. Attenendosi scrupolosamente ai dati su quasi 294 mila famiglie che hanno richiesto le 30 ore a settimana soltanto 16 mila potranno essere accontentate Non saranno neppure garantite le 14 e le 27 ore perché in Italia ci sono 16 mila Scuole elementari e circa 16 mila sono le famiglie che hanno scelto le 24 ore: in media un bambino per Scuola, mentre quelle che hanno scelto le 27 ore sono 36 mila, poco più di 2 bambini. Per cui a queste famiglie, è ipotizzabile, sarà richiesto di cambiare Scuola per arrivare ai 10 alunni per classe previsti dalla legge o di accettare un modello orario differente, insomma un bel pasticcio!».
Cosa accadrà all’inizio del prossimo anno scolastico? «Se il Governo – conclude il coordinamento – non deciderà di rivedere i tagli in finanziaria, come avevamo previsto, non ci saranno gli insegnanti per coprire le classi».
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