Legambiente contro la BreBeMi
I volontari si sono presentati nella sede in cui è convocata la Conferenza e hanno consegnato una pala e una carriola di asfalto all'assessore Cattaneo e al presidente di Franco Bettoni
Un ecomostro da 1580 milioni di euro: questo il giudizio degli ambientalisti «sull’opera destinata a distruggere la vocazione agricola della “bassa” bergamasca e bresciana e a trasformare migliaia di ettari di Parco Agricolo Sud in un gigantesco svincolo autostradale».
Il nome di questa opera è ormai noto: Brebemi , 50 chilometri che collegheranno Ospitaletto (BS) a Liscate (MI), affiancati alla futura linea TAV Treviglio-Brescia, per un investimento che inizialmente era previsto di 800 milioni di euro ma che ha già raggiunto 1580 milioni di euro a cui bisogna sommare i soldi che le ferrovie dovranno assicurare per le opere di attraversamento, viadotti e sottopassi.
Per scongiurare la realizzazione di questo che Legambiente considera "uno scempio ambientale", questa mattina i volontari di Legambiente si sono presentati nella sede in cui è convocata la Conferenza dei Servizi per l’approvazione della Brebemi. L’associazione ha srotolato i propri striscioni e ha consegnato simbolicamente una pala e una carriola di asfalto all’assessore Cattaneo e al presidente di Brebemi, Franco Bettoni, mentre a tutti i rappresentanti degli enti sono stati distribuiti semi di papaveri e fiordalisi: simboli della realtà agricola che la BreBeMi cancellerà con il proprio passaggio.
«Questa nuova infrastruttura non risolverà i problemi di mobilità, anzi nell’area dell’Est milanese porterà una nuova ondata di traffico – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia – l’autostrada diventerà l’unica vera alternativa per i pendolari esasperati dalle pessime condizioni in cui oggi sono costretti a viaggiare sulle linee ferroviarie, e a farne le spese saranno i paesi attraversati dalla Cassanese e, soprattutto, la città di Milano».
Secondo gli ambientalisti, una volta realizzata, la BreBeMi finirà nel nulla se non saranno realizzati ulteriori, costosissimi collegamenti: la Tangenziale Esterna di Milano per gli innesti sulla Milano-Venezia e sulla Milano-Piacenza, e la trasformazione in autostrade della Rivoltana e della Cassanese: strade statali che dovranno reggere l’impatto mostruoso di 70.000 veicoli al giorno in più diretti a Milano. Il collegamento tra Brebemi e nuova Rivoltana autostradale sarà realizzato da un nuovo, ulteriore tronco autostradale: la “Variante di Liscate”, una linea tracciata in pieno parco Sud, che spezzerà le aziende agricole e distruggerà la celebre Tenuta di Trenzanesio. I progettisti dell’opera hanno pure pensato di collocare la barriera di esazione di Liscate al posto di una cascina storica, che verrà demolita. Ma il miracolo della moltiplicazione delle strade sembra inarrestabile, e allora ci si mettono anche le compensazioni “ambientali”: ovvero 4 nuove strade nella pianura bergamasca, per un valore di 67 milioni di euro, che incredibilmente vengono spacciate per “opere di compensazione ambientale”. E le compensazioni ambientali vere? In tutto sono previsti 4 milioni di euro di interventi da realizzare nei parchi fluviali che verranno attraversati (oltre al Parco Sud, i parchi fluviali dell’Adda, del Serio e dell’Oglio). Dunque gli investimenti per le compensazioni saranno solo lo 0,3% dei costi dell’intero ecomostro padano.
«Giudichiamo questo progetto assolutamente irricevibile, perchè comporta un sacrificio di campagna ingiustificabile nella regione che si accinge ad ospitare l’Expo dell’Alimentazione, ed è un vero oltraggio ai pendolari che chiedono da tempo investimenti su ferrovie e metropolitane – conclude Di Simine -. Per questo riprenderemo da subito la nostra battaglia legale, ricorrendo al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di non ammettere il nostro ricorso, e riaprendo il fascicolo della Valutazione di Impatto Ambientale, che presenta carenze tali da prefigurare gravissime violazioni del diritto comunitario, oltre che delle norme nazionali: faremo di tutto per salvare la Lombardia dalla nuova invasione di asfalto, traffico e smog».
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